Autorità Portuale, Campo: “Commissario e sub ci costano 400mila euro l’anno”

Manfredonia – “E’ scandaloso che un Ente sia commissariato da 7 anni, e ciò vale a prescindere da chi incarna tale figura, perché si altera gravemente

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Manfredonia – “E’ scandaloso che un Ente sia commissariato da 7 anni, e ciò vale a prescindere da chi incarna tale figura, perché si altera gravemente il principio della democraticità e della trasparenza del governo di una porzione importante del patrimonio fondiario e marittimo”. Il segretario provinciale Paolo Campo interviene nel dibattito sull’Autorità portuale di Manfredonia, “inevitabilmente destinata ad essere soppressa se i volumi di traffico continueranno ad essere gli attuali”.

“Bisogna, innanzitutto, cancellare il binomio Autorità portuale-Porto Alti fondali – afferma Campo – perché all’Autorità spetta il compito di governare l’intera portualità manfredoniana. Certo il molo industriale è importante, come avrebbe dovuto comprendere il Governo Berlusconi che ha bloccato per anni i fondi FAS destinati alla sua ristrutturazione, ma la sua gestione non esaurisce la funzione di un organismo costituito per rendere più efficiente la governance di un sistema amministrativo capace di influenzare, nel bene o nel male, lo sviluppo complessivo della città e dell’intera provincia”.

“L’Autorità ha il compito istituzionale di occuparsi, ad esempio, della pianificazione delle aree portuali e retroportuali, come della cantieristica e delle attività di servizio e commerciali sulle stesse aree. E lo avrebbe dovuto fare sulla base di una pianificazione territoriale e industriale, di una programmazione finanziaria e di una visione strategica mai elaborate, discusse ed adottate. La composizione degli organismi dell’Autorità portuale riflette, appunto, la complessità delle funzioni di governo che le sono assegnate e garantisce la necessaria democraticità,partecipazione e trasparenza ai processi attuativi delle stesse funzioni. E’ del tutto evidente che un commissariamento così prolungato nel tempo altera gravemente questi principi, opacizza l’attività dell’Autorità stessa rendendola oscura ed incomprensibile ai cittadini, alle istituzioni locali ed al sistema imprenditoriale”.

“Per esemplificare, ora che il porto turistico sarà ultimato chi e come regolerà la sua integrazione e interazione con il resto della portualità, con la città e con l’area della riviera? – dice Campo – Chi e come stabilirà criteri e obiettivi dell’assegnazione delle concessioni demaniali? Il commissario in perfetta solitudine? La quantità e la qualità degli interessi pubblici e privati che si incrociano ed intrecciano è tale da non poter essere gestiti da un organismo monocratico che opera in prolungata e scandalosa deroga rispetto alla legge presente ed a quella che il Parlamento sta discutendo, che mi pare incoerente e irrazionale proprio nella parte in cui vincola l’istituzione di nuove Autorità a criteri che alcune di quelle esistenti non rispettano.

A mio parere, sono questi i temi su cui la città dovrebbe confrontarsi, provando ad uscire dalla frustrante e mortificante visione alimentata da miseri accordicchi di bottega e da sedicenti testate giornalistiche cittadine chiaramente al soldo di pochi e ben riconoscibili interessi. Basta con le chiacchiere da bar e le crociate da armata brancaleone – conclude Paolo Campo – è ora che la politica torni a dire seriamente cosa ha in animo di fare e perché vuol farlo, e la smetta di preservare i privilegi del commissario e del sub commissario, che costano oltre 400.000 euro l’anno ai contribuenti, perché non e’ così che si difendono gli interessi del territorio”.
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