Piazza del Popolo regno dei bambini

La nuova ristrutturazione di Piazza del Popolo va confermando sempre di più tutta la sua funzionalità ad un uso più comodo e diffuso da parte dei citt

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La nuova ristrutturazione di Piazza del Popolo va confermando sempre di più tutta la sua funzionalità ad un uso più comodo e diffuso da parte dei cittadini che volentieri si attardano a frequentarla assiduamente. L’allestimento essenziale ingentilito da un sobrio disegno del pavimento liberato da ogni orpello anacronistico quanto ormai superfluo, ha evidenziato e messo a disposizione uno spazio alquanto vasto che consente allestimenti più razionali di manifestazioni pubbliche che possono disporre di una più ampia platea.
Le panchine che cingono alla base le sei palme radunate al centro della vasta area, offrono un pratico appoggio per quanti vogliono riposarsi dallo struscio per il corso. In particolare le signore che portano i propri figlioli a passeggio. Completano l’arredamento, sobrio ed essenziale per non sottrarre spazio utile, funzionali cestini porta rifiuti e raccogli mozziconi di sigaretta e cicche varie, ben raccordati con l’ambiente. Una presenza invitante e ammonitrice insieme per comportamenti consoni al vivere civile. Insomma una piazza-salotto che la civica Amministrazione cura con una frequente pulizia effettuata anche con strumenti a propulsione d’acqua. E’ la Manfredonia che si ammoderna.
“Una piazza sempre più invasa dai bambini – osserva compiaciuto il Sindaco, Angelo Riccardi – che hanno trovato finalmente lo spazio ideale per i loro giochi e le proprie scorribande sicure sotto lo sguardo vigile dei rispettivi genitori o dei sempre più numerosi nonni. Uno sciame colorato e chiassoso di bambini di ogni età che conferisce alla piazza una particolare dimensione che fa tenerezza e autorizza a guardare al futuro con maggiori fondate promettenti speranze”.
Uno spettacolo edificante tant’è che da qualche parte è stata suggerita l’idea di dedicare la piazza ai bambini. Si tratterebbe di un complemento suggestivo anche se non privo di significati gratificanti per una città che conta un indice di natalità alquanto risicato. E che nulla toglierebbe al toponimo ufficiale, ultimo peraltro di una serie che ha le sue radici nella storia della città. Una stratificazione di nomi i cui significati hanno attraversato e testimoniato la storia di Manfredonia legata agli eventi nazionali. E senza che mai nessuno se ne sia doluto.
Stratificazioni non solo riferite ai toponimi ma anche alle strutture, che ritroviamo in moltissimi luoghi della città completamente trasformati rispetto agli assetti originari. E che proseguono. Di esempi ce ne sono a bizzeffe a cominciare dallo stesso Corso Manfredi, in tanti suoi tratti rinnovato al punto da essersi perso ogni riferimento col passato. Si discetterà se sia una operazione giusta o no. Fatto incontestabile è che quei tratti ricostruiti affermano, nel bene e nel male, la cultura del tempo che li ha prodotti, il divenire di una città e di una comunità protesa verso il futuro.
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