Doposcuola. Recupero scolastico, ma non solo

Emergono difficoltà legate al coinvolgimento delle famiglie, ma le associazioni che hanno firmato il protocollo d'intesa con il Comune affrontano orga

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Emergono difficoltà legate al coinvolgimento delle famiglie, ma le associazioni che hanno firmato il protocollo d’intesa con il Comune affrontano organicamente il recupero scolastico collaborando con le scuole e le famiglie stesse.
Si è svolta il 4 giugno scorso una riunione sul doposcuola, coordinata dall’Assessorato alle Politiche Sociali, tra soggetti che operano nel recupero scolastico: Parrocchia S. Camillo, Casa della Carità, Associazione SS. Redentore, Cooperativa sociale “S. Giovanni di Dio”, cui è stato affidato da parte del Comune, tramite bando pubblico, il servizio di assistenza Domiciliare Educativa. Una riunione vivace, interessante, ricca di stimoli e prospettive. In tutti gli interventi è emersa la validità di un servizio e la necessità di andare oltre il puro e semplice recupero scolastico.
Don Stefano, responsabile della Casa della Carità, ha parlato di un coinvolgimento di circa 15 volontari. Il servizio si svolge nel Secondo Piano di Zona e mira a coinvolgere le famiglie, le mamme in particolare, anche in attività di volontariato. Il coinvolgimento delle famiglie è stato perseguito da parte di tutti gli operatori, insieme al lavoro sui processi di autostima e fiducia in ragazzi poco motivati, perché poco consapevoli delle loro capacità e possibilità di miglioramento. Don Stefano stesso ha posto una domanda che è potuta sembrare quasi provocatoria, ma che non lo era. Ha chiesto, infatti, chi sono i volontari che prestano la loro opera e la risposta è stata tanto diretta quanto sincera: solo donne!
Interessanti, poi, alcuni episodi raccontati dai presenti. Don Saverio, viceparroco della parrocchia S. Camillo: “Io mi sono offerto di fare doposcuola e proprio a me sono stati affidati due bambini: un musulmano e un testimone di Geova. E’ stata un’esperienza positiva e straordinaria. Un rapporto molto bello, nel reciproco rispetto, che si è allargato anche alle mamme. Un momento di conoscenza interculturale che ha arricchito entrambi”.
Liberiana della Cooperativa “S. Giovanni di Dio” ha invece raccontato che “Una bambina a scuola assumeva comportamenti strani. Questa bambina aveva perso la madre. Curare il lutto, aiutare a elaborare questa perdita ha permesso di superare anche problematiche scolastiche complesse”.
La difficoltà maggiore è stata quella del coinvolgimento delle famiglie. Notarangelo dell’Associazione SS. Redentore: “Sentire qualche mamma dire che se si perde un anno non muore nessuno, fa capire quanto lavoro c’è ancora da fare. Anche se poi ci sono altre esperienze che ci dicono come molte famiglie abbiano compreso bene l’importanza della scuola”.
Esperienze diverse ma tutte finalizzate a un unico obiettivo: recupero scolastico e non solo.
Queste associazioni si sono impegnate a firmare con il Comune il protocollo di intesa, a scambiarsi le esperienze, a collaborare e sviluppare questo importante intervento, che prevede la nascita di un gruppo di lavoro di ricerca didattica per alunni in ritardo, iniziative comuni e scambi di operatori; in sostanza affrontare in modo organico il problema della dispersione scolastica, collaborando con le scuole della città.
Ora si lavorerà insieme per la programmazione dell’attività estiva, così come si fa da qualche anno. Interventi che prevedono momenti di socializzazione, visite a luoghi della città, e attività ricreative, alcune delle quali saranno effettuate presso la casa di Sciale degli Zingari confiscata alla criminalità e utilizzata per finalità sociali.

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