Domenica la festa degli artigiani

La festività del santo patrono San Giuseppe artigiano, ricorre il 19 marzo com’è noto, ma gli artigiani di Manfredonia la celebrazione l’hanno rinviat

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La festività del santo patrono San Giuseppe artigiano, ricorre il 19 marzo com’è noto, ma gli artigiani di Manfredonia la celebrazione l’hanno rinviata a domani quando alle 10 sarà inaugurata l’esposizione permanente «Contemporaneamente designer» nel chiostro di Palazzo Delli Santi, sede del’associazione artigiani (via Santa Maria delle Grazie, 26); mentre nel pomeriggio alle 18 con la «sanata messa dell’artigiano» nella chiesa dello Spirito santo, ci saràla celebrazione aucaristica presieduta dal l’arcivescovo mons. Michele Castoro.

Una festa per tanti versi sotto tono, non in linea con quella che si svolgeva fino a qualche anno fa, con misurati ma decisi riferimenti gioiosi (spettacolino, premiazione degli artigiani, doni per i figli degli artigiani), con la partecipazione delle maggiori autorità del territorio. Altri tempi peraltro non lontani, sorpassati per effetto essenzialmente della crisi economica che ha imperversato e che ha colpito con maggiore impeto e asprezza il settore dell’artigianato che, peraltro, non ha mai goduto di straordinarie condizioni di prosperità. Neanche prima delle rivoluzione industriale quando la produzione di beni era affidata alle loro mani e alla loro creativ ità.

Storicamente il lavoro artigiano è sempre rimasto in qualche modo ai margini della considerazione comune e soprattutto nella valutazione economica di una attività che esprime la naturale creatività dell’uo – mo. Considerati alla stregua degli schiavi nell’antichità pre-romana, l’artigiano ha gradatamente migliorato la propria condizione. Nell’antica Roma acquistò la dignità di cavaliere, e nel medioevo lo troviamo associato in cooperative con una decisa valenza sociale. Ottenere la qualifica di artigiano occorreva seguire un percorso obbligato. Ancor giovane si affidava come «apprendista» ad un artigiano esperto che lo addestrava ad acquisire le necessarie competenze per essere promosso «operaio».

Artigiano lo diventava solo quando era in grado di produrre merci secondo uno standard riconosciuto dalle cooperative. Tutto sommato un iter che si è perpetuato nel tempo sia pure con gli opportuni aggiustamenti. Ma in buona sostanza, il lavoro dell’artigiano è rimasto quello caratterizzato da una specifica creatività e da una solida operatività manuale. E sono questi due riferimenti che l’associazione artigiani ha voluto richiamare e porre in evidenza con questa inedita «esposizione permanente» di manufatti creati da un gruppo di artigiani accompagnati dal designer- progettista Franco Tretola. L’opera d’arte dalla progettazione alla realizzazione.

«Il lavoro dell’artigiano» rileva il presidente degli artigiani Antonio Falcone «è sempre stato guidato da una grande capacità d’invenzione. Creatività e manualità sono fattori indissolubili che si fondono e si arricchiscono vicendevolmente nell’artigiano. Se vogliamo sono gli ingredienti di base del made in Italy. Ecco, vorremmo riscoprire queste peculiarità per rilanciare il lavoro artigiano anche in termini economici. Con questa esposizione permanente ci proponiamo di dare un esempio delle capacità dell’artigiano, di ristabilire fiducia nella categoria e attrarre l’attenzione del pubblico».

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