Furto dei tombini nell’area industriale Zona Pip D/46″

Osservate le foto a corredo di quest'articolo: sono state appena cristallizzate dal nucleo operativo delle Guardie Ambientali Italiane coordinate da

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Osservate le foto a corredo di quest’articolo: sono state appena cristallizzate dal nucleo operativo delle Guardie Ambientali Italiane coordinate dal responsabile Alessandro Manzella, nell’area industriale Zona Pip D/46.
Un problema diffuso un po’ in tutta Italia, aggiunge Manzella, nel nostro Paese, sono sempre più frequenti i furti a tombini e chiusini.
Metalli da rivendere ovviamente, nel mirino dei ladri non c’è solo il rame, ma anche la ghisa; metalli che poi vengono rivenduti. Sono furti che non arricchiscono, ma che consentono di arrotondare per arrivare a fine mese: si ruba per fame, e questa è una spia importante della crisi che attanaglia la nostra nazione. La recessione economica è infatti la causa principale dell’impennata dei furti di materie prime, sempre più costose e ricercate, su cui spiccano quella dei cavi per ottenere il nuovo oro rosso, il rame, e quella di tombini e tubi idraulici per ricavarne la preziosa ghisa.
Al di là della questione puramente estetica, i “buchi” in strada e sui marciapiedi dovuti ai furti dei tombini comportano due conseguenze gravi. Anzitutto, reti telefoniche ed elettriche che non funzionano; e, peggio ancora, seri rischi per gli utenti della strada, la cui incolumità è messa in serio pericolo per l’improvvisa assenza dei preziosi coperchi sul manto stradale.
Quei “vuoti” in strada sono una minaccia per gli pneumatici, per i cerchi, per le sospensioni; e possono causare incidenti. Per non parlare dei rischi per chi va in moto o in bici, con possibili cadute rovinose.
Alessandro Manzella
Resp.le Guardie Ambientali Italiane.

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