Hacker e Covid, un attacco informatico ogni 11 secondi

Un attacco informatico ogni 11 secondi nel corso del 2020. Un picco di truffe via phishing e ransomware - tecnicamente, il malware che "prende in osta

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Tredici arresti, 15 denunce, sequestri di armi ,droga e di uno jammer. E’ il bilancio di una vasta operazione della polizia di Stato in diverse province del Nord della Puglia, in particolare nei centri ad alta densità criminale di Cerignola, Andria e Bitonto, luoghi di spaccio e intimidazioni. Impegnati 400 poliziotti che hanno setacciato il territorio con perquisizioni, rastrellamenti, posti di blocco e controlli . A Cerignola l’operazione si è concentrata nel quartiere noto come “Fort Apache” per le attività di spaccio e ritenuto centro di pianificazione di molti assalti a furgoni portavalori in tutta Italia. Ad Andria l’operazione ha riguardato il quartiere San Valentino, nel recente passato interessato da numerosi incendi dolosi ed intimidazioni realizzate dalla criminalità organizzata andriese. A Bitonto, è stata colpita la zona del Borgo Antico e la zona 167, anche conosciuta come la “Scampia” locale perché interessata da un massivo fenomeno di vendita a cielo aperto di sostanze stupefacenti con capi, vedette e pusher. In tutto sono state 127 le perquisizioni domiciliari compiute e 86 i controlli rivolti ai sottoposti agli arresti domiciliari dai 400 poliziotti , coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine. In azione le Squadre Mobili delle Questure di Bari, Foggia e della provincia Barletta-Andria-Trani, oltre alle Sisco (Sezioni investigative alle dirette dipendenze del Servizio Centrale Operativo) di Bari, Lecce, Napoli, Potenza e Campobasso. Con loro hanno operato anche i Reparti Prevenzione Crimine provenienti da diverse parti d’Italia. Oltre 300 i posti di controllo e 4 quelli di blocco con gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e delle Unità Operative di Primo Intervento.. Sottoposte a controllo più di diecimila persone e piu’ di 5000 i veicoli.Tre le pistole sequestrate, assieme a tre armi da punta e taglio e un chilogrammo di stupefacenti . A Cerignola nel corso dei controlli effettuati presso autodemolitori locali, sono stati sequestrati quasi 9000 pezzi di ricambio di automobili di alta gamma, di sospetta provenienza illecita, pronti per essere rivenduti, di cui più di 6000 all’interno di un solo deposito. Due elicotteri del 9° Reparto Volo della Polizia di Stato hanno garantito la copertura aerea dell’operazione a cui hanno partecipato anche i Commissariati di Cerignola e Bitonto, unità cinofile antidroga e antiesplosivo, la polizia scientifica, la polizia amministrativa e sociale e la polizia stradale.
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Un attacco informatico ogni 11 secondi nel corso del 2020. Un picco di truffe via phishing e ransomware – tecnicamente, il malware che “prende in ostaggio” i computer per poi chiedere un riscatto per sbloccare i dati – che nel periodo dell’emergenza Covid vede l’Italia spiccare fra tutti i paesi occidentali. Dati impressionanti offerti da Oren Elimelech – esperto di cybersecurity del Governo Israeliano e consulente della compagnia assicurativa Lev Ins – durante il convegno “Digitalizzazione e Sicurezza Informatica degli Studi Legali”, organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma con la partecipazione di esperti della Polizia Postale e della Società Visura.

Fra i numeri interessanti, anche quelli forniti dal Dirigente della Polizia Postale Riccardo Croce, secondo cui gli attacchi informatici – nel raffronto fra i primi sei mesi del 2019 e i primi sei mesi del 2020 – sono aumentati del 390%. Mentre tornando alle statistiche di Oren Elimelech, vale la pena di sapere che il 36% delle compagnie attaccate ha scelto di pagare il “riscatto”, ma fra queste circa una su cinque – il 17% – comunque non ha recuperato i dati.

Elementi su cui riflettere, alla luce dell’incremento dello smart working e delle teleconferenze, che necessariamente espongono gli utenti, in particolar modo i professionisti, a un aumento del rischio di attacco informatico. Aspetti che implicano, per le professioni legali, un profilo di responsabilità deontologica da non sottovalutare, analizzato dal Tesoriere del Coa Roma Alessandro Graziani, secondo cui però “l’attenzione necessaria alla conservazione e alla protezione dei dati è una sfida alla quale l’avvocato non può e non deve sottrarsi”.

“Le nuove tecnologie sono indispensabili per proiettare gli avvocati nel futuro – commenta il Presidente del Consiglio dell’Ordine di Roma Antonino Galletti – ma questo deve avvenire in sicurezza e nel rispetto delle norme sulla privacy. Temi ai quali, come Ordine Forense, siamo sempre stati molto sensibili, ragione che ci ha spinto a organizzare questo evento formativo per i colleghi”.

Sulle tecniche indispensabili per proteggere lo studio legale da intrusioni informatiche, la parola ancora una volta a Oren Elimelech, con una serie di regole semplici ma che non sempre vengono seguite con attenzione. “Cambiare frequentemente le password e non usarne di troppo semplici o, peggio ancora, usare sempre la stessa parola chiave – spiega l’esperto di Lev Ins – aggiornare spesso tutti i software; dotarsi di un antivirus efficace; diffidare ogni volta che qualcosa di sospetto appare nella casella di posta elettronica. E in generale affidarsi in caso di dubbio alla consulenza di un esperto”.

“Perché vale sempre il detto secondo cui prevenire è sempre meglio di curare – sintetizza il Consigliere Andrea Pontecorvo – e la spesa per riparare un danno subito, dimostrano le statistiche, è infinitamente maggiore di quella necessaria per mettere in sicurezza i sistemi”.

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