Manfredonia, cittadini in rivolta contro il ripetitore 5G al porto: parte una petizione pubblica

Una petizione popolare promossa da Europa Verde, indirizzata all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, al Comune di Manfredon

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Una petizione popolare promossa da Europa Verde, indirizzata all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, al Comune di Manfredonia, alla Soprintendenza di Foggia e alla società Wind 3, sta raccogliendo firme e attenzione. Al centro della contestazione c’è l’installazione di un ripetitore 5G alto 30 metri all’interno del porto commerciale, a pochi metri dalle abitazioni di via Aldo Moro e da altre zone centrali della cittàSecondo i cittadini, che hanno sottoscritto l’appello, l’autorizzazione unica ZES rilasciata con l’atto n. 6 del 9 luglio 2025 presenta criticità rilevanti. In particolare, la concessione sarebbe stata emessa prima del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, documento vincolante per legge e indispensabile per la validità del procedimento. L’autorizzazione paesaggistica, infatti, risulta successiva: arrivata il 6 agosto 2025, quindi dopo l’ok dell’Autorità portuale.Altri punti contestati riguardano l’impatto visivo della struttura, ritenuto incompatibile con la vicinanza della Fontana Piscitelli e dell’opera murale del maestro Franco Troiano, simboli del patrimonio culturale cittadino. I cittadini segnalano inoltre che, pur avendo la Commissione locale per il paesaggio suggerito una soluzione rimovibile, l’interramento della fondazione – poi approvato – renderebbe la struttura di fatto permanente.

• la revoca in autotutela dell’autorizzazione unica ZES e il trasferimento del pilone su un’area più distante, come il braccio del molo di Ponente;
• la revoca dell’autorizzazione paesaggistica e una nuova valutazione, anche in rapporto al contesto storico-artistico della zona;
• l’applicazione del principio di precauzione attraverso un protocollo simile a quello adottato dal Comune di Roma, con limitazioni e maggiori tutele per residenti, bambini e persone fragili;
• campagne informative pubbliche e l’obbligo per le istituzioni di comunicare ogni modifica agli impianti esistenti.

La mobilitazione, diffusa sui canali social e già molto partecipata, punta ora a stimolare un confronto istituzionale per valutare una collocazione alternativa dell’impianto e maggiore trasparenza sul tema. Manfredonia attende risposte

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