Giunta Decaro bloccata per un mese

Antonio Decaro, nuovo presidente della Regione Puglia, ha chiarito fin dal primo momento che la formazione della giunta potrà avvenire solo dopo la pr

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Antonio Decaro, nuovo presidente della Regione Puglia, ha chiarito fin dal primo momento che la formazione della giunta potrà avvenire solo dopo la proclamazione ufficiale degli eletti, prevista fra circa un mese. Un passaggio obbligato imposto dallo Statuto regionale, che stabilisce che otto dei dieci assessori debbano essere scelti tra i consiglieri eletti, lasciando al governatore soltanto due nomine esterne.

Il nodo degli equilibri e il metodo Decaro

La composizione della squadra di governo dovrà tenere insieme più elementi: la rappresentanza delle sei province, l’equilibrio tra Pd, Decaro Presidente, M5S e Per la Puglia, la parità di genere, da sempre centrale nelle giunte guidate da Decaro, e l’inserimento di figure tecniche nelle deleghe strategiche, come già avvenuto nelle sue esperienze amministrative a Bari.

Fra i nomi che appaiono destinati a entrare in giunta figurano i più votati: Francesco Paolicelli e Elisabetta Vaccarella, entrambi del Pd. Per la delega alla Spsanità, in particolare, si valuta una figura esterna di alto profilo professionale, scelta che confermerebbe l’impostazione tecnica sulle materie più delicate.

Una delle due caselle esterne potrebbe andare all’ex presidente Michele Emiliano, secondo intese risalenti alla scorsa estate. Sullo sfondo resta anche la questione della mancata elezione di AVS, esclusa dalla soglia di sbarramento a causa del meccanismo che aggancia il 4% al risultato del candidato presidente: con il 63% ottenuto da Decaro, il 4,09% della lista non è risultato sufficiente.

Ricorsi in arrivo: il punto più critico della legge elettorale

La necessità di attendere la proclamazione degli eletti è legata anche a un’altra questione: la complessità della legge elettorale pugliese, spesso oggetto di contestazioni e ricorsi. Una situazione che sembra riproporsi anche in questa tornata.

L’aspetto più controverso riguarda la ripartizione dei seggi su base provinciale, che può penalizzare candidati molto votati nelle rispettive circoscrizioni. Quest’anno, casi emblematici sono quelli di: Lucia Parchitelli, circa 22.000 preferenze, non elettaL e Fabiano Amati, oltre 8.000 voti, anche lui escluso.

Entrambi, nonostante numeri elevatissimi, restano fuori perché il seggio disponibile scatta in altre liste che hanno raccolto un numero nettamente inferiore di voti. Una dinamica già segnalata in passato e che ora torna al centro del dibattito, con ricorsi già annunciati da più candidati.

Il quadro, dunque, resta sospeso: Decaro potrà avviare le consultazioni solo dopo che la giustizia elettorale avrà chiarito la composizione definitiva del Consiglio regionale, mentre il confronto interno ai partiti e le valutazioni sulla futura giunta rimangono per ora ferme ai nastri di partenza.

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