Dalle primissime ore della mattinata di oggi, mercoledì 5 novembre, i finanzieri del comando provinciale di Bari e del Servizio Centrale Ico di R

Dalle primissime ore della mattinata di oggi, mercoledì 5 novembre, i finanzieri del comando provinciale di Bari e
del Servizio Centrale Ico di Roma stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal Gipè del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, applicativa di misure cautelari personali in carcere nei confronti di 6 soggetti.Le persone attinte dai provvedimenti restrittivi sono indagate, a vario titolo, per il reato di scambio elettorale politico mafioso, estorsione e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.L’operazione costituisce l’epilogo di articolati approfondimenti investigativi che hanno consentito di accertare un accordo, per le elezioni amministrative del giugno 2020 nel Comune di Modugno, tra esponenti di spicco
della criminalità organizzata barese del clan Parisi ed esponenti della politica locale candidati in quella tornata elettorale, nonché diversi episodi estorsivi perpetrati da un imprenditore del Foggiano, ai danni di imprenditori agricoli, sfruttando la caratura criminale di uno dei medesimi esponenti del clan.L’arresto dell’imprenditore di prodotti per l’agricoltura
Un imprenditore della provincia di Foggia operante principalmente nel settore della commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, sfruttando la caratura criminale del clan Parisi e di due suoi sodali, avrebbe recuperato o tentato di recuperare dalle proprie vittime – tutti imprenditori agricoli – alcuni crediti derivanti dalla sua attività commerciale, minacciandole di “tagliare” loro i raccolti se non avessero onorato i debiti contratti e garantendo, successivamente, il 50% del riscosso al mafioso.A latere, è stato anche accertato che i due soggetti – imprenditore e mafioso – unitamente a un terzo pluripregiudicato, detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo.
Lo scambio politico elettorale-mafioso
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip del Tribunale barese gli accertamenti svolti avrebbero consentito di dimostrare che un soggetto candidato al Consiglio comunale di Modugno nella tornata elettorale del 2020 – poi effettivamente eletto perseguendo l’intento di fare rapidamente e a tutti i costi “carriera politica”, abbia “acquistato” voti da esponenti dei Parisi in cambio di denaro e della disponibilità a soddisfare le esigenze del gruppo mafioso.Avrebbe fatto da tramite, in occasione del ballottaggio, per procacciare voti al candidato sindaco – allo stato indagato e non attinto da misura personale – in cambio della promessa, poi mantenuta, di garantire l’assunzione a un affiliato, il quale si è personalmente impegnato a procurare le preferenze.Risultano indagatealtre cinque persone – tra cui l consigliere comunale – che si incontravano in un summit, tenutosi presso l’abitazione di uno dei soggetti apicali dei Parisi al fine di stringere un accordo relativo alla tornata elettorale per le europee del 2024.L’intesa, in questo caso, si sostanziava nell’impegno a reperire voti, dietro la corresponsione di denaro agli esponenti della consorteria criminale, a beneficio di un candidato risultato ignaro dell’intesa ed estraneo ai fatti.

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