TURISMO RELIGIOSO, IN PUGLIA VALE IL 12% DEL SETTORE

Il turismo religioso in Puglia continua a registrare numeri significativi, rappresentando ormai il 12% dei flussi turistici complessivi della regi

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Il turismo religioso in Puglia continua a registrare numeri significativi, rappresentando ormai il 12% dei flussi turistici complessivi della regione. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio regionale, secondo cui la componente internazionale è in forte aumento: i visitatori arrivano soprattutto da Germania, Francia e America Latina.Il cuore pulsante del fenomeno resta il Gargano, dove ogni anno migliaia di pellegrini si mettono in cammino tra Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo. Venticinque chilometri a piedi separano i due luoghi simbolo della fede pugliese: il Santuario di San Michele Arcangelo, riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale, e la città di Padre Pio, meta di devoti provenienti da tutto il mondo.Il percorso micaelico, inserito in una rete di itinerari che attraversa Campania, Molise e Puglia, si snoda tra grotte, chiese rupestri e tratti di Murgia, fino a raggiungere la provincia di Barletta-Andria-Trani. Accanto alla dimensione devozionale, cresce l’interesse per un turismo lento e sostenibile, che unisce spiritualità e contatto con la natura. Una tendenza che coinvolge in particolare donne tra i 50 e i 70 anni, attratte da esperienze di introspezione e cammino.Non solo Gargano: anche il Salento si afferma come tappa di pellegrinaggio grazie alla Via Francigena del Sud, che collega il promontorio garganico a Santa Maria di Leuca, e al Cammino di Don Tonino Bello, da Molfetta ad Alessano, sulle orme del “vescovo degli ultimi”.Devozione, cultura, paesaggio e sapori locali si intrecciano così in un’offerta capace di coniugare tradizione e contemporaneità. La Puglia si conferma una meta che parla all’anima, dove il viaggio diventa esperienza di fede, ma anche occasione di scoperta e rinascita personale.

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