Borgo Mezzanone è il più grande insediamento informale in Italia per lavoratori migranti, molti dei quali impegnati nella filiera agroalimentare l

Borgo Mezzanone è il più grande insediamento informale in Italia per lavoratori migranti, molti dei quali impegnati nella filiera agroalimentare locale. La condizione di precarietà è ancora molto forte, con problemi di mancanza di documenti, barriere linguistiche e servizi essenziali insufficienti. Una situazione di miserie e di marginalità estrema. Un ghetto fuori dal mondo. Da tempo si parla di una sua riqualificazione. Nel marzo 2022 è stato stanziato un fondo di 54 milioni di euro, da risorse del PNRR, per la realizzazione di un progetto tanto razionale quanto ambizioso. Per una serie di inestricabili quanto nebulose circostanze, ad oggi non è successo nulla. Sono solo proliferate le polemiche. Le ultime in ordine di tempo tra l’amministrazione comunale e l’opposizione.
In una nota, la coalizione di centrodestra accusa l’amministrazione La Marca di «non essere intervenuta con la prontezza del caso» mettendo a repentaglio la disponibilità del finanziamento «non assicurando trasparenza al processo decisionale» e accusando il sindaco di aver scaricato la responsabilità dello stato di stallo, al governo nazionale.
La risposta a stretto giro di comunicato, con la quale si spiega punto per punto, lo sviluppo o l’involuzione di una vicenda che probabilmente non è stata sufficientemente supportate dai vari soggetti interessati.
«Sapevamo benissimo che quei 54 milioni di euro – rileva il sindaco La Marca – non sarebbero mai arrivati un Capitanata per colpa dei tempi molto stretti e di un Governo centrale che ha fatto in modo che quei fondi rimanessero sulla carta, anche perché quel decreto (dell’assegnazione dei fondi, ndr) non è mai stato attivato». Pertanto «visti i tempi incerti e la mancanza di proroghe, abbiamo chiesto – attesta il sindaco – di dirottare quelle somme su altre linee di finanziamento che si andrebbero ad aggiungere ad altre risorse previste dalla Regione Puglia che va svolgendo un ruolo di coordinamento della problematica questione. Siamo ancora in attesa di ricevere risposte – afferma categorico il sindaco – così come nessuna risposta abbiamo ricevuto sulla richiesta avanzata al Governo di un intervento per regolarizzare i permessi di soggiorno, condizione essenziale per avviare ogni percorso di inclusione sociale. Tutto tace. Questa è la realtà dei fatti» conclude La Marca.
Ulteriori delucidazioni sul mancato intervento su Mezzanone, le fornisce il consigliere comunale con delega ai PNRR, Matteo La Torre. «Appena insediati nel 2024, due anni dopo il decreto dell’assegnazione dei fondi, l’amministrazione ha chiesto al Ministero del lavoro di approfondire il progetto Mezzanone che prevedeva soluzioni abitative per quattro mila posti letto. Prima di firmare la convenzione – espone La Torre – volevamo capire di più e meglio il da farsi. Nel frattempo il Consiglio dei ministri nomina il prefetto di Latina, Maurizio Falco, commissario straordinario per il superamento degli insediamenti abusivi e contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura».
Vengono avviate interlocuzioni tra Regione Puglia, Prefettura di Foggia e comuni di Foggia e Manfredonia che «accertano – riporta La Torre – che realizzare 4 mila posti letto in poco più di un anno è impossibile, e pertanto l’Unità di missione del PNRR e il Ministero, dopo diverse riunioni, accettano in accordo col comune di Foggia e la Regione Puglia di rimodulare il progetto in 1.250 posti letto. La palla è passata a “Invitalia”, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, che dopo un sopralluogo a Borgo Mezzanone, ha sancito che i cantieri non potranno partire prima del 2026. Scadenza utile per l’impiego del finanziamento. Per non perdere quei fondi – annota – il consigliere La Torre – con la Regione abbiamo elaborato un piano B per dirottare quei fondi su una linea di finanziamento regionale con più, tempo a disposizione».
E’ la cronaca di una vicenda che presenta aspetti paradossali propri di una politica, verticalmente intesa, che per ragioni varie, non è stata capace di realizzare un progetto tanto importante, del quale c’erano a disposizione tutte le condizioni pronte per essere attivate.
Michele Apollonio

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