Con buona pace dei polemicanti di professione e delle inveterate sull’ipotetico costo stellare delle vacanze pugliesi, il ministero del Turismo

Con buona pace dei polemicanti di professione e delle inveterate sull’ipotetico costo stellare delle vacanze pugliesi, il ministero del Turismo ha reso noto che il costo medio di un soggiorno nella bellissima regione durante il mese più gettonato, cioè il mese di agosto appena trascorso, è diminuito di circa un quarto rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Per la precisione, se ad agosto 2024, con tutto il baillamme sulle (presunte) friselle d’oro si spendevano 208 euro, ad agosto 2025 ne sono stati spesi 158,32 euro e ciò malgrado il puntuale baillamme-bis, quest’anno incentrato sul pizzico di pepe e altre amenità. Ciò, ovviamente, non implica che non vi sia stato qualche operatore che abbia deciso proditoriamente di sganciare rincari come bombe a grappolo ma, in un Paese in cui gli stipendi sono più fermi di un menhir e in ima regione in cui si stenta a trovare un isolato privo di pub e ristoranti, diciamoci pure che l’operazione s’avvicinerebbe più a un suicidio commerciale che a una avveduta strategia di sviluppo.Secondo le rilevazioni ministeriali, anche la Basilicata ha abbassato i prezzi e in proporzione ancora maggiore, passando dai 228 euro dell’agosto 2024 ai 129,03 euro dell’agosto 2025.Nonostante gli sforzi, però, albergatori e operatori dell’extra-alberghiero non sono riusciti nell’intento di riempire le loro stanze (pianto avrebbero desiderato. Il ministero lo dimostra prendendo a riferimento, nel mese di agosto, i cosiddetti «tassi di saturazione OTA», dove OTA sta per Online Travel Agencies, ovvero indica il livello di stanze occupate rispetto all ‘offerta delle “agenzie di viaggio Online”, cioè delle piattaforme come Boo- king, Expedia e compagnia cantando.Si scopre così che nel mese tradizionalmente più amato, c’era mezza Italia vuota. Tassi di riempimento più elevati sono stati rilevati nelle Province Autonome di Bolzano (52,43%) e Trento (50,85%), che sono anche i territori con le tariffe medie più elevate. B che dimostra, ancora una volta, che le persone abbienti non sono sensibili alle politiche di prezzo.«Tra le altre regioni che registrano valori superiori alla media nazionale – spiega il ministero del Turismo – vi sono Valle d’Aosta (47,54%), Abruzzo (47,37%), Sardegna (45,65%) e Calabria (45,56%). Sul fronte tariffario, il Molise presenta i prezzi più contenuti (103,5), pur registrando un livello di saturazione superiore alla media nazionale».In Puglia il tasso di saturazione OTA ha di poco superato il 40 per cento (40,85%), quasi a pari merito con la Basilicata (40,69%). In entrambi i casi un dato inferiore alla media nazionale che è pari al 41,68%.Una caporetto per la Penisola se si pensa che l’agosto 2024 era stato caratterizzato da un tasso di saturazione OTA regionali enormemente migliore: in Abruzzo era il 65%, in Emilia-Romagna il 61%, che risultavano le più prenotate tramite le piattaforme online, seguite da Basilicata (55%), Sardegna (51%), Sicilia e Toscana (50% ), con valori superiori o uguali alla media nazionale pari al 50%.E dire che il Sentiment index, cioè l’indice che misura il livello di soddisfazione dei turisti a partire dai contenuti web, da commenti e recensioni, è stato molto buono. A giugno, rileva il ministero, il “sentiment” italiano era pari a 85,9/100, in lieve crescita rispetto al 2024 (+0,1), in Puglia ha raggiunto quota 87,19 e in Basilicata addirittura 88,23 su 100, il secondo miglior piazzamento dopo Bolzano.A livello nazionale, il miglior “sentiment” l’hanno espresso i viaggiatori britannici, seguiti da tedeschi, svizzeri e francesi. La categoria più discussa è Locali e Ristorazione (41% delle conversazioni). Le migliori performance riguardano Attrazioni (88,83), Affitti brevi (88,04) e Intrattenimento (86,33).
(La Gazzetta del Mezzogiorno)

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