E non è finita. Il Manfredonia Festival continua. Oltre i tempi canonici dell’estate vacanziera. Ci sono ancora le manifestazioni di settembre e par

E non è finita. Il Manfredonia Festival continua. Oltre i tempi canonici dell’estate vacanziera. Ci sono ancora le manifestazioni di settembre e parte di ottobre da porre sulla bilancia di una stagione estiva, a conti quasi fatti, moderatamente strepitosa. E a dirlo non sono le parole esaltanti, peraltro ben giustificate, di quanti si sono prodigati a dare corpo e visibilità alle potenzialità feriali della città dalla lussureggiante riviera protesa sul golfo adriatico e abbracciata dal mitico Gargano: ad attestarlo ci sono i numeri. Dati ufficiali, parziali, riferiti alla prima parte della stagione estiva, ma pur sempre indicativi del trend espresso che indica decisamente una conferma della inversione di tendenza che consolida le aspettative, chiamiamole pure turistiche.
I dati dunque, diffusi da Puglia Promozione, l’Agenzia regionale del turismo, riferiti ai primi sette mesi di quest’anno. Le presenze (i turisti che hanno pernottato) registrate nel 2024 sono state 70.869. Quest’anno sono aumentati a 84.801 unità, di cui 64.065 italiani e 20.736 stranieri; vale a dire che su quattro italiani, uno è estero. La variazione positiva percentuale è di 19,6.
Un exploit che pone Manfredonia, rilevano gli analisti del settore, al secondo posto dopo Bari, il capoluogo regionale che, come noto, gode della presenza di un aeroporto internazionale, di uno scalo marittimo meta di grandi navi da crociera, di un nodo ferroviario importante, e davanti a località turisticamente di grande richiamo, come Alberobello, Mattinata, Lecce, Melendugno, Otranto e via scorrendo, fino ad evidenziare l’arretramento di Peschici. Una situazione che, naturalmente, è destinata ad assestarsi con i dati conclusivi della stagione turistica. Ma a quanto pare Manfredonia c’è: è sulla buona strada che ovviamente va ora calibrata sulla scorta dei dati positivi registrati che in ogni caso vanno interpretati per apportare gli opportuni e doverosi interventi che consentano non solo di mantenere le posizioni conquistate ma di migliorarle e potenziarle. Che sono tanti, emersi proprio dalla situazione che i dati registrano e che derivano essenzialmente dalle potenzialità attrattive intrinseche che Manfredonia espone e che, come vediamo, sono apprezzate anche da visitatori di altre nazionalità.
Un dato di fatto su cui occorre fare una attenta, profonda e onesta riflessione. Il salto registrato dai numeri esposti, è indubbiamente frutto di una attività di fondo che ha visto solidalmente impegnati tutti i responsabili, non solo assessorili coordinati dal sindaco, che compongono l’apparato amministrativo comunale, che si sono rivolti, impegnandolo e responsabilizzandolo, al composito sistema socio-produttivo-culturale del territorio che ha risposto in maniera fattiva, entusiasta, generosa, dando luogo ad una serie di manifestazioni che hanno riempito la città fin nelle periferie più recondite, mai considerate prima, che hanno creato un clima e una situazione di grande appeal attraendo l’interesse non solo della popolazione locale, ma anche, come i dati attestano, di turisti esteri. Un gran movimento del quale occorrerà verificare i ritorni economici.
Sono stati mesi esaltanti, assemblati in un Festival che ha avuto tutto il senso di una resilienza che vuole guardare lontano. In buona sostanza non c’è stato giorno, e spesso anche la notte, in cui non si sia svolta una manifestazione, uno spettacolo di musica, di arte varia, di cultura, e così via, che richiamasse spettatori entusiasti. Un grande movimento supportato da servizi opportunamente curati in una città rimessa in sesto in numerosi aspetti dei numerosi ancora assenti all’appello.
Una medaglia luccicante che ha il suo rovescio poco gratificante. Sono infatti tanti e vengono da lontano, i tasselli mancanti nel puzzle di un sistema turismo efficiente, di richiamo, che poi sono quelli di una normale città a misura di cittadini. Ad iniziare dai collegamenti, da quello marittimo affidato ad una modesta motonave a servizio ridotto sull’unica rotta di Tremiti (perché non un collegamento dalle località garganiche per Manfredonia?); niente navi da crociera; e persino il treno ridotto. Per proseguire con l’accoglienza. La Pro Loco ha fatto un grande e pregevole lavoro, ma va supportato con altri presidi specifici: una Fondazione, per esempio, che provveda anche all’organizzazione tempestiva della Festa grande patronale, che risorge miracolosamente ogni anno. E poi il grande vulnus della ricettività affidata pressoché esclusivamente a tre strutture alberghiere e ad una selva di B&B e assimilati, dalla incerta disponibilità di posti letto e dei prezzi. Già, i prezzi: molte le lamentele. Fra queste anche quella per quello fuori ogni misura e razionalità, richiesto per una stanza ad una coppia di francesi.
Un exploit turistico che fa indubbiamente piacere e soprattutto morale, ma anche ed essenzialmente, che deve indurre ad intervenire in tanti settori per non vanificare gli sforzi fin qui indubbiamente compiuti.
Michele Apollonio

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