Ha espresso l’intesa sugli outsider nella terna per i Parchi il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e ha buttato la palla in tribuna.

Ha espresso l’intesa sugli outsider nella terna per i Parchi il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e ha buttato la palla in tribuna. È l’ultimo tiro mancino del governatore uscente che, non è un mistero, aveva considerato uno sgarbo istituzionale da parte del Governo la nomina dei commissari straordinari dell’Ente Parco nazionale del Gargano e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
“Non spetta al Ministro dell’Ambiente la nomina dei commissari straordinari dell’Ente Parco del Gargano e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia in mancanza dell’intesa con la Regione Puglia”, aveva dichiarato lo scorso 6 agosto. “Senza minimamente considerare il parere contrario di quasi tutti i sindaci dei territori interessati, il ministro ha nominato il candidato sindaco del centrodestra che aveva perso le elezioni comunali a Foggia e un funzionario di partito di Fratelli d’Italia”, era stato l’ulteriore affondo della nota piccata. Aveva fatto sapere di aver chiesto all’Avvocatura di agire nei confronti del ministro per “aver calpestato le prerogative regionali costituzionalmente garantite”.
Per la verità, pare che nell’ultimo mese si fosse ricreduto sulla figura di Raffaele Di Mauro, anche alla luce dei positivi riscontri da parte dei sindaci della comunità del Parco, subito chiamati a sedersi intorno a un tavolo. Persino i Dem avrebbero apprezzato il profilo scelto. E che il Parco del Gargano toccasse al centrodestra sarebbe apparso ormai pacifico. Il nodo sarebbe, semmai, il Parco dell’Alta Murgia. Ma il presidente della Regione Puglia non avrebbe comunque gradito il metodo, che a suo dire non avrebbe precedenti (“Mai successo prima”, avrebbe detto). E le prerogative del centrosinistra sui Parchi non sarebbero state tenute in debita considerazione.
Per far saltare il banco, allora, ha espresso l’intesa su Giuseppe Colucci alla presidenza del’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia e di Vincenzo D’Errico al Parco del Gargano, due nomi considerati alla stregua di ‘riempitivi’ nella terna.
Chi è Vincenzo D’Errico
Alla luce dei suoi trascorsi nel M5S, l’opinione pubblica, almeno sui social, a caldo, ha ipotizzato che il presidente Emiliano avesse piazzato un suo uomo. L’operatore turistico, titolare dell’Hotel Riviera di Rodi Garganico, che si occupa di collegamenti con le Tremiti, molto conosciuto, era un attivista della prima ora, rimasto in ottimi rapporti col MoVimento. In realtà, Vincenzo D’Errico è passato in Forza Italia, sulle orme del deputato Giorgio Lovecchio, anche lui ex Cinquestelle. Sette mesi fa è stato nominato responsabile provinciale del partito del settore Formazione. Il 15 marzo era seduto in prima fila, nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte di Foggia, al congresso cittadino di Forza Italia che ha eletto Pasquale Rignanese. Tra chi esulta per un garganico purosangue alla presidenza del Parco e chi si congratula, sarebbe anche arrivata la fatidica telefonata di chi ha illustrato i prossimi passi: dovrà rinunciare.
Cosa prevede l’iter
La nomina del presidente viene effettuata secondo le disposizioni e le modalità previste dall’articolo 9, comma 3, della Legge quadro sulle aree protette del 1991. La norma prevede che il presidente venga nominato con decreto del ministro dell’Ambiente d’intesa con i presidenti delle regioni nel cui territorio ricade il parco, nell’ambito di una terna proposta dal ministro. Entro 30 giorni, i presidenti esprimono l’intesa su uno dei candidati proposti e, qualora non venisse raggiunta l’intesa, il ministro, sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, provvede alla nomina, scegliendo tra i nomi compresi nella terna. In questo caso, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, anche lui di Forza Italia, ha indicato Raffaele Di Mauro, oggi capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Foggia, Vincenzo D’Errico e Tiziana Casavecchio, ex vice sindaca e assessore ai Servizi Sociali di Vico del Gargano. Per quanto nel partito e, più in generale, nel centrodestra, non mancassero, negli ultimi tempi, franchi tiratori, tanto da dover schivare il fuoco amico, Raffaele Di Mauro, dopo il sacrificio alle Comunali da candidato sindaco del centrodestra, era considerato il presidente in pectore. Del resto, il 22 luglio scorso è stato nominato commissario del Parco. Ebbene, Michele Emiliano non ha espresso la sua intesa sul nome del prescelto, e ha fatto saltare i giochi.
Il cortocircuito
Di norma, il presidente della Regione esprime l’intesa sulla futura nomina concordata col ministro. La nota arrivata ieri sera da Bari, dunque, ha spiazzato tutti e ha dato adito a dietrologie su una presunta faida interna a Forza Italia. Però, quella non era la nomina del nuovo presidente, ma l’indicazione del governatore. In tanti pare abbiano espresso solidarietà all’avvocato Di Mauro, tuttora in corsa. Teoricamente, per salvare i rapporti Stato-Regione, il ministro dovrebbe riavviare l’iter e ragionare con il presidente Emiliano. Vincenzo D’Errico non sarà il prossimo presidente del Parco, Raffaele Di Mauro, che si sta facendo apprezzare da commissario, è ancora in pole position, salvo ulteriori colpi di scena.

foggiatoday


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