Le stele daunie sono lastre di pietra istoriate che secondo il loro scopritore, l’archeologo pisano Silvio Ferri, avevano funzioni sepolcrali pres

Le stele daunie sono lastre di pietra istoriate che secondo il loro scopritore, l’archeologo pisano Silvio Ferri, avevano funzioni sepolcrali presso i Dauni dell’VIII e VI secolo a.C. Preziosi reperti dell’antichità e allo stesso tempo singolari opere d’arte che hanno ispirato fior di artisti che le hanno interpretate secondo il proprio profilo culturale tramandando in tal modo lo spirito dei popoli che le hanno concepite.
Fra le rappresentazioni più suggestive e originali, è da annoverare quella di Keziat, al secolo Kezia Terracciano, da Sam Severo proiettata a Roma e in tante altre città del mondo al seguito di Stelèa, la sua creazione artistica nata da una costola delle stele daunie, modellata dal suo estro creativo, errante come sospesa tra tempo e materia. Stelèa prende respiro e vitalità nei disegni tracciati su varie superfici, video installazioni, segni, forme e presenze per farsi medium tra l’origine e il presente, tra il mito e la realtà: «una figura che non appartiene a un tempo solo ma è in continua metamorfosi».
Le storie del passato impresse sulle facce delle stele, sono interpretate e trasformate dalla intuizione artistica di Keziat, «in visioni contemporanee, attraversando epoche, linguaggi e dimensioni in continuo divenire. Un corpo in viaggio: un percorso interiore, onirico, rituale; un passaggio tra mondi, dalla memoria ancestrale alla realtà virtuale, tra natura primordiale e desiderio attuale di connettersi con essa».
Una selezione delle opere di Keziat sono approdate a Mattinata, ridente e operosa cittadina garganica, ed esposte al Museo archeologico nazionale “Matteo Sansone”. “Stelèa, nuove visioni dal mondo antico”, una mostra d’arte contemporanea, realizzata in collaborazione con Adrifest, il festival culturale diffuso del Mare Adriatico, promossa dalla Direzione regionale Musei nazionali Puglia e curata di Marilena Morabito. «L’artista pugliese – rileva Morabito – rafforza il suo immaginario visionario e fiabesco con un dialogo tra simboli e linguaggi d’epoca; l’artista intreccia inchiostro, tessuti, proiezioni e video installazioni, per dare vita a un viaggio interiore e rituale che attraversa la memoria ancestrale e la realtà contemporanea, tra natura primordiale e paesaggi digitali».
E Annalisa Treglia, direttrice del Museo archeologico nazionale di Mattinata, vede nelle opere di Keziat ambientate nella magia dell’allestimento del Museo, «l’abbinamento fantastico per esaltare la forza evocativa delle scene incise sulle stele daunie nella fantasiosa e iconica interpretazione di una artista che ha trasmesso le proprie emozioni in nuovi racconti e immagini spettacolari, dimostrando come il passato non sia una eredità immobile, ma una materia viva, palpitante, che attraverso l’arte può trasformarsi e continuare a creare nuovi significati. Le stele daunie come ponte tra passato e futuro».
Un evento culturale di alto livello che dalla inaugurazione del primo agosto corrente (ore 19,30) allieterà l’estate mattinatese fino al prossimo 15 settembre. «Una sperimentazione in una località turistica rinomata – annota Francesco Longobardi, delegato alla Direzione regionale Musei di Puglia – che sottolinea come l’arte contemporanea sia in grado di reinterpretare il passato attraverso nuove forme ed espressioni artistiche, consentendo di rendere i musei luoghi vivi, dove nuove idee e interazioni con le opere diventano possibili e vengono condivise con tutti».
Michele Apollonio



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