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Nuovo, allarmante episodio di furto d’acqua in provincia di Foggia. Durante ispezioni lungo le condotte nella zona di San Nicandro Garganico, i tecnici di Acquedotto Pugliese (AQP) hanno scoperto 14 allacci abusivi alla rete idrica pubblica. Le manomissioni sono state immediatamente rimosse e denunciate presso il locale comando dei carabinieri. L’intervento si inserisce in un quadro già critico a causa della siccità, che sta mettendo a dura prova le risorse idriche della Puglia.
La mappa degli abusi: controlli e sinergie con la Prefettura
Gli episodi riscontrati a San Nicandro non sono isolati. Nei giorni precedenti, altri collegamenti illegali erano stati individuati a Lucera, nella frazione Macchia di Monte Sant’Angelo e lungo la litoranea tra Manfredonia e Zapponeta, grazie ai sistemi di telecontrollo adottati da AQP. I casi sono stati tutti segnalati alle autorità competenti.
In questo contesto, Acquedotto Pugliese ha espresso gratitudine per la collaborazione istituzionale avviata con Prefettura di Foggia e forze dell’ordine, grazie al tavolo tecnico permanente operativo sul territorio.
Collegarsi illegalmente alla rete pubblica o manomettere contatori privati costituisce un reato previsto dall’art. 624 del Codice Penale, punito con la reclusione da sei mesi a tre anni, con aggravanti in caso di frode o recidiva.
“Chi ruba acqua priva i cittadini onesti del loro diritto e complica la gestione di un’emergenza già delicata”, denuncia AQP, sottolineando la gravità di questi gesti soprattutto in zone già duramente colpite dalla scarsità idrica.
Emergenza senza precedenti: invasi sotto del 42%
I dati parlano chiaro: le riserve idriche degli invasi pugliesi sono inferiori del 42% rispetto alla media storica, e le sorgenti irpine fanno registrare un calo della portata del 29%. Secondo l’Osservatorio dell’Autorità di Bacino, la severità idrica per uso potabile è attualmente classificata come “medio-alta”, peggiore dello scorso anno già segnato da una crisi severa.
Un appello alla responsabilità collettiva
Acquedotto Pugliese rinnova il proprio impegno nella lotta agli sprechi e alla dispersione idrica con un Piano di Risanamento da 2 miliardi di euro che coinvolge l’intera rete regionale. Ma l’azienda lancia anche un appello ai cittadini: “La responsabilità non è solo delle istituzioni. Ognuno può contribuire con gesti quotidiani ispirati al senso civico e al rispetto del bene comune”.
“L’acqua rubata è acqua tolta alle famiglie, ai presidi sanitari e scolastici, alle imprese. Proteggerla oggi significa garantire il futuro di tutti”, conclude la nota

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