LA SOLITA SCORRERIA SUL NOME MA NON UN FIATO SUL PROBLEMA

COME è ormai prassi diffusa e consolidata, ad ogni indicazione di un nome per un incarico istituzionale, si scatena la polemica contro quel nome a

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COME è ormai prassi diffusa e consolidata, ad ogni indicazione di un nome per un incarico istituzionale, si scatena la polemica contro quel nome all’insegna dei «dubbi sull’effettiva autonomia e indipendenza della decisione». Un po’ tutti della opposizione politica militante, si precipitano ad inzuppare il proprio biscotto nel calice della polemica quando occorrerebbe invece fare massa critica per sostenere Manfredonia in una fase di grande sforzo creativo.
OGGETTO dell’offensiva, la designazione del Delegato di Manfredonia nel Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, di competenza del sindaco (Legge 28 gennaio 1994, n. 84 e seguenti) mentre la nomina la formalizza il Presidente della Autorità di sistema portuale. Non una persona qualunque, bensì un professionista in possesso di tutti i requisiti richiesti dal ruolo, peraltro riconosciuti dai protestatari. L’esperienza accumulata vista come un demerito e non come un valore aggiunto. Ma ci sta: il dissenso fa parte della partita.
QUEL che dalle polemiche (non solo di quest’ultima) emerge di sconcertante, è che tutto l’acume politico condito con tanto di sfumature coloristiche, si risolve in una filippica contro le persone oggetto dei provvedimenti. Il che porta a supporre che se ci fossero stati “loro” a dover decidere, avrebbero indicato e incaricato un nome diverso, naturalmente tra quelli del proprio entourage. Il menù è ricco di esempi. E non ci sarebbe stato nulla di scandaloso (anche delle polemiche di circostanza che si sarebbero levate simili a queste in atto: siamo sempre lì).
MA quel che maggiormente inquieta è che non si fa alcun minimo cenno al ruolo e alle funzioni che il designato andrà a svolgere in un contesto tecnico-politico molto delicato e incidente sulla realtà economica di Manfredonia. La riprova di quel che è l’interesse effettivo (gettare discredito sull’avversario politico) e di quello che non lo è (nel caso specifico le sorti di un settore portante per il territorio). Peraltro la nomina del rappresentante di Manfredonia nel Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale, avviene pressoché contestualmente con la nomina del dottor Francesco Mastro, a nuovo presidente di quel fondamentale organismo portuale istituito con la riforma Del Rio (2016), che succede a Ugo Patroni Griffi, dopo la parentesi del commissariamento dell’ammiraglio Vincenzo Leone.
PRIMA della nomina dell’attuale neo Delegato del Comune nel Comitato di gestione portuale, una presenza di diritto per essere il porto di Manfredonia (assieme a quelli di Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta e Termoli) integrato nell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Manfredonia era rappresentato da un avvocato barese, rimasto, nonostante i tanti solleciti da queste pagine, nell’ombra, non è mai stato dato un riscontro della sua presenza e del lavoro che svolgeva. Quanto meno ufficialmente.
E d’altra parte, di porto e problematiche (tante e serie) della portualità, non se ne è mai parlato, né in Comune, sia dalla maggioranza che dalla opposizione, né altrove, e da anni. Tra l’altro va annotato come a Manfredonia non esiste un organismo che raccolga gli utenti del porto che faccia gli interessi, molteplici e fondamentali di una categoria non si sa quanto diffusa e regolarizzata.
LE POCHE notizie note sono state comunicate a suo tempo dal Presidente dell’AdspmAm Ugo Patroni Griffi. E se aggiungiamo che nel corso di queste polemiche è emerso anche che da parte di qualche forza politica non si conosce nemmeno l’esatta consistenza delle portualità facenti parte dell’AdspmAm, il quadro sconsolante è completo. E preoccupante.
CI SAREMMO aspettati pertanto che in occasione della nomina del rappresentante comunale in seno al Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale, si sarebbero messe da parte le polemiche che finiscono sempre a disdoro di Manfredonia, per privilegiare la discussine della basilare questione della portualità di Manfredonia (magari qualcuno furbescamente dirà che se ne sarebbe occupato successivamente. Speriamo) in un momento molto delicato nel quale sono in corso la realizzazione delle opere di “rifunzionalizzazione” del pontile e del bacino portuale, comprendenti anche la demolizione dei nastri trasportatori (iniziata).
L’ESIGENZA che si presenta e che viene sollecitata, è quella di incalzare il designato Delegato portuale perché si faccia carico dei problemi dei porti di Manfredonia, magari invitando il neo presidente Mastro a Manfredonia per fare il punto della situazione. Oltre alla ristrutturazione del porto alti fondali o industriale, sono in attesa di esecuzione opere riguardanti il porto storico o commerciale (il dragaggio in programma da decenni), la stesura del Piano regolatore portuale, la definizione dei ruoli operativi dei porti con una attenzione al traffico croceristico. Il porto è una risorsa che da sola sarebbe in grado di sostenere l’economia di un territorio.
Michele Apollonio

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