E’ TORNATO ad essere balneabile il mare di Siponto e Manfredonia dopo la grande paura per l’inquinamento da colibatteri provenienti dai liquami fo

E’ TORNATO ad essere balneabile il mare di Siponto e Manfredonia dopo la grande paura per l’inquinamento da colibatteri provenienti dai liquami fognari fuoriusciti dalla condotta cittadina andata in tilt per centinaia di metri. Tutto è rientrato grazie anche alla grande capacità del mare di auto immunizzarsi.
UN MARE generoso, l’unica vera risorsa, economica e balneare, di questa città che lo gestisce in maniera quanto meno ingrata. Spesso addirittura maltrattandolo. In questi giorni è andata in scena l’ultima disavventura sulla quale si sono avventati fior di paladini del firmamento politico pronti a stigmatizzare un evento che ha messo a nudo situazioni scabrose, scagliandosi contro presunti o veri colpevoli.
SI SONO levate alte le grida di tanti ben pensanti che hanno dato addosso al povero sindaco di turno costretto ad emettere le ordinanze di divieto di balneazione nel mare di Siponto e in quello di Manfredonia, risultati inquinati da colibatteri (fortunatamente ritenuti dalla scienza non lesivi della salute umana), come hanno accertato le analisi dell’Arpa Puglia. Oggettivamente uno sconcio e pur sempre un pericolo che in tanti hanno scoperto solo ora (tanti altri lo sapevano ma fanno finta di cadere dalle nubi).
E GIU’ con una serqua di analisi economiche, ambientali, sociali, politiche condite da accuse e rimproveri per essere arrivati a questo punto, fino a lanciare forbiti sermoni sul da farsi. Sotto accusa l’Acquedotto pugliese realizzatore e gestore della rete fognaria anche di Manfredonia. Che a quanto pare ha le sue colpe sulle quali si è spesso glissato o quanto meno sono state mondate con gli interventi di emergenza di volta in volta eseguiti. Fino a quando è successo il patatrac che ha imposto di prendere coscienza di una situazione estrema che ora si giudica conseguenza di silenzi e omissioni passate.
NON è infatti la prima volta che un sindaco è costretto a firmare un divieto di balneazione. Pressoché tutti i sindaci alternatisi a Palazzo San Domenico si sono imbattuti in sversamenti di liquami da tombini esplosi in punti diversi della città. E ogni qual volta il tutto si è esaurito là: l’Aqp è intervenuta, attraverso il fiduciario locale, a tamponare il guasto indicato. E così non solo in estate, ma in tutte le stagioni dell’anno. Ci sono le foto. Era da aspettarselo che il nodo arrivasse al termine.
UNA SITUAZIONE per tanti versi “esclusiva” per Manfredonia regolarmente denunciata dalla stampa completamente ignorata se non spesso accusata di fare allarmismo e cattiva pubblicità alla città. Stampa, ma anche privati, su tutti l’ambientalista Giuseppe Marasco, che hanno evidenziato, ripetutamente, le prospettive cui si andava incontro (e poi verificatesi).
CI SONO colpe? In tanti ne avanzano e chiedono interventi risarcitori. Si andrà fino in fondo?
INTANTO l’Aqp è intervenuta con una nota nella quale respinge la responsabilità dell’inquinamento del mare sipontino. «I punti di rottura della condotta fognaria distino tre chilometri dalla costa che è invece interessata da canali e scarichi non gestiti da AQP» affonda. In effetti sulla rete fognaria ufficiale si sono riscontrati immissioni abusive di ogni genere che andrebbero controllate ed eventualmente regolarizzate. AQP evidenzia altresì che «sono in via di completamento investimenti strutturali per la definitiva sostituzione del tratto esploso per oltre 1,2 milioni di euro». Tra le opere in programma il raddoppio della condotta premente “Porto” con una nuova opera di circa sei chilometri. Interventi che mentre dimostrano la fatiscenza della rete fognaria, rassicurano acuendo tuttavia il rammarico di non averli eseguiti in tempo utile.
MA NON SOLO la fogna. Le spiagge sipontine sono sotto scacco anche per la presenza sul litorale della foce del Candelaro che raccoglie di tutto e di più residua dai centri che si affacciano sui circa settanta chilometri di percorso provinciale. C’è già stato un episodio di inquinamento del mare sipontino che costrinse gli stabilimenti balneari a chiudere. Era la metà di agosto 2018. Su quel fronte sempre in agguato, nulla è stato fatto. Si aspetta la prossima ondata?
Michele Apollonio

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