Rapporto Bankitalia: la Puglia rallenta la crescita, bene il turismo

Nel corso del 2024 la crescita dell'economia pugliese è rallentata, con una crescita dello 0,5% del pil, perdendo intensità rispetto all'anno prec

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Rapporto Bankitalia, rallenta la crescita economica in Puglia nel 2024, 0,5% del pil. Bene il turismo

Nel corso del 2024 la crescita dell’economia pugliese è rallentata, con una crescita dello 0,5% del pil, perdendo intensità rispetto all’anno precedente e in misura inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno (0,9%) e del Paese (0,7%).
Il dato è contenuto nel rapporto Economie regionali, l’economia della Puglia, della Banca d’Italia, presentato stamattina, 27 giugno, a Bari.
Quanto al settore industriale, nel 2024 si è assistito a un ristagno (meno 0,2%), a causa della debolezza del ciclo economico globale e della domanda interna.

Gli investimenti delle imprese sono rimasti stabili, nonostante la riduzione del costo del credito, mentre il comparto delle costruzioni ha continuato a crescere, con un +1.2%, un dato comunque inferiore rispetto al triennio precedente. Il settore delle opere private ha risentito del minor ricorso al Superbonus, mentre quello delle opere pubbliche ha beneficiato dei fondi del Pnrr.
Quanto al terziario, si registra una crescita dello 0,4%, con minore intensità rispetto al 2023. Il commercio ha risentito della debolezza dei consumi, mentre il turismo ha beneficiato dell’aumento dei flussi con gli arrivi e presenze cresciuti, rispettivamente, dell’11 e dell’8,5%.

In Puglia sono stati assegnati, a soggetti attuatori pubblici e privati, 9,7 miliardi di euro per interventi legati al Pnrr. Le gare aggiudicate sono l’84% rispetto al totale bandito, mentre fra novembre 2021 e dicembre 2024 i lavori conclusi rappresentano il 14% del numero di gare aggiudicate. I lavori avviati sono il 33%, quelli non ancora avviati sono il 52% del totale.
Quanto al sostegno agli investimenti del Titolo II, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito del Fesr 2014-2020, secondo i dati di Puglia Sviluppo a marzo 2025 è stato richiesto da poco più di novemila imprese.
Passando all’occupazione, nel 2024 è cresciuta dello 0,9%, in misura meno intensa rispetto al 2023 e meno rispetto alla media del Mezzogiorno (2,2%) e del Paese (1,5%).
Il rallentamento è proseguito nel primo trimestre del 2025, riguardando soprattutto i lavoratori dipendenti. Il rallentamento ha riguardato, in particolare, industria, costruzioni e servizi, anche avanzati. Il tasso di disoccupazione risulta ridotto al 9,3%, ma la partecipazione rimane bassa fra i giovani (43,9%) e più alta fra i titoli di studio più avanzati (79,5%).

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