Agricoltura al limite in Puglia: turni notturni e raccolti anticipati per sfuggire al caldo

Con temperature torride e un’afa che non dà tregua, gli agricoltori pugliesi sono costretti a lavorare nei campi di notte o all’alba per portare a

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Con temperature torride e un’afa che non dà tregua, gli agricoltori pugliesi sono costretti a lavorare nei campi di notte o all’alba per portare avanti le attività indispensabili alla sopravvivenza delle colture e degli allevamenti. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che denuncia l’impatto devastante del caldo africano sulle produzioni agricole regionali e le condizioni estreme a cui sono sottoposti i lavoratori.

Raccolti sotto pressione e turni all’alba

In piena estate le colture maturano in fretta e ogni ritardo nella raccolta può tradursi in perdite irrimediabili. Ma il sole cocente delle ore centrali della giornata rende impossibile operare in sicurezza. Per questo, gli agricoltori hanno modificato i ritmi: si lavora di notte e dalle primissime luci del mattino per effettuare la raccolta di frutta e verdura, la trebbiatura dei legumi e la fienagione per il bestiame. Il caldo ha già reso difficile e in alcuni casi impossibile lavorare nelle serre, mentre nelle ore più calde della giornata le operazioni vengono sospese per tutelare la salute dei braccianti.

La siccità dimezza il grano e svuota gli invasi

La crisi non è legata solo alle temperature: la siccità, che ormai da mesi colpisce la Puglia, ha dimezzato la produzione di grano e messo in ginocchio i raccolti di avena e orzo, fondamentali per l’alimentazione del bestiame. Secondo Coldiretti, nella regione mancano all’appello oltre 164 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capienza degli invasi. Lo stress idrico coinvolge interi territori, compromettendo le colture e accentuando la vulnerabilità del settore.

Uova, miele e latte in forte calo

Il caldo ha conseguenze dirette anche sulla zootecnia. Le alte temperature, oltre i 24 gradi, fanno diminuire l’appetito degli animali, che si nutrono meno e producono meno latte. Le mucche arrivano a bere fino a 140 litri d’acqua al giorno, il doppio rispetto ai periodi meno caldi. Le contromisure adottate nelle stalle includono ventilatori, docce refrigeranti e una distribuzione del cibo frazionata. Anche la produzione di uova e miele risulta in calo, segno di un sistema agricolo messo a dura prova su più fronti.

Strategie per non perdere tutto

La strategia adottata nei campi punta a salvare il salvabile: raccolti anticipati, diradamento dei frutti per concentrare le risorse sulle produzioni più promettenti, utilizzo di dispositivi di protezione per i lavoratori e sospensione obbligata delle attività nelle ore più roventi. Misure estreme, ma necessarie, per tutelare la salute degli addetti e salvare quanto possibile della produzione alimentare.

Un clima che cambia e danneggia l’agricoltura

La Coldiretti individua nella crisi climatica la causa principale della situazione attuale. I cambiamenti nelle precipitazioni e l’intensificazione dei fenomeni estremi rendono la siccità la calamità più grave per l’agricoltura pugliese. I danni annuali stimati superano i 70 milioni di euro, con effetti pesantissimi sulla quantità e sulla qualità dei raccolti. Una trasformazione profonda e permanente che richiede un ripensamento complessivo delle politiche agricole e idriche regionali.

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