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La Regione Puglia tira fuori i numeri di un impegno costante contro la tratta degli esseri umani. E sono proprio i dati a dare le coordinate del fenomeno da combattere: 24159 i contatti di cui 8780 uomini (70 presunti minori), 14319 donne (39 presunte minori) e 1060 persone trans. 1888 interventi delle Unità di strada e di Contatto di cui 1233 in ambito di sfruttamento sessuale, 521 in ambito di sfruttamento lavorativo, 26 in ambito di accattonaggio e 108 negli insediamenti informali. 1338 persone prese in carico con una netta prevalenza di donne (1086) con 370 persone accolte sul territorio e 280 in altre regioni. 550 le persone destinatarie di interventi di prossimità in ambito sanitario, legale, abitativo, educativo e lavorativo.
Sono i numeri delle prime sei edizioni (2016-2025) del progetto “La Puglia non Tratta”, promosso dalla Regione Puglia in collaborazione con nove soggetti attuatori (Coop. CAPS, Coop. Comunità Oasi2 San Francesco, Coop Atuttotenda, APS Giraffa, Coop Medtraining, Ass. Micaela, Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, APS MondoNuovo, Consiglio Italiano Rifugiati CIR Lecce) e finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dati che testimoniano l’importanza e la necessità di strumenti finalizzati a spezzare la catena invisibile dello sfruttamento degli esseri umani e restituire dignità e speranza alle vittime.
Le cifre, aggiornate al 31 maggio 2025, sono state presentate nel corso del convegno nazionale intitolato “Le nuove sfide del contrasto alla tratta. Dall’emersione all’accoglienza” organizzato dalla Regione Puglia, i cui lavori sono stati avviati questa mattina allo Spazio Murat di Bari.
La giornata, aperta dai saluti della vicesindaca di Bari Giovanna Iacovone e dalla proiezione del videospot “La Puglia non Tratta” diretto da Alessandro Piva, ha ospitato un confronto a più voci sulle principali emergenze e proposte programmatiche relative ai processi di emersione, accoglienza e integrazione delle vittime, con un focus sui risultati conseguiti nell’esperienza pugliese.
“La Regione Puglia – ha dichiarato il presidente Michele Emiliano – ha un ufficio e tante persone che lavorano per capire in che modo le organizzazioni criminali si possano infilare nei flussi migratori legali o illegali per far venire in Italia uomini e donne ai fini di sfruttamento sessuale o lavorativo. Si tratta di un fenomeno complesso che va inserito in analisi geopolitiche molto complicate e che riguarda esseri umani che attraversano guerre, mancanza di acqua e di cibo e malattie. Serve quindi una grande e altissima specializzazione per affrontarlo. Una specializzazione che la Regione sta tentando di patrimonializzare per passarla, poi, alle generazioni successive all’interno della sua struttura organizzativa. Questo è un grande orgoglio di questi nove anni di lavoro”.
“La tratta degli esseri umani – ha sottolineato l’assessora regionale alla Cultura e Legalità Viviana Matrangola – è un crimine che offende tutta l’umanità. Un fenomeno globale, che fa milioni di vittime nel mondo e che riguarda anche i nostri territori. Davanti allo sfruttamento degli esseri umani, però, la Puglia non volta lo sguardo. Grazie a ‘La Puglia non Tratta’, abbiamo messo in campo strumenti concreti che integrano accoglienza, protezione, formazione e inserimento socio-lavorativo. I dati delle prime sei edizioni del progetto parlano chiaro con più di 24mila contatti e oltre 1.300 persone prese in carico. Numeri che raccontano storie di persone spesso ridotte a schiavitù lavorative o sessuali, tra le quali sono tanti anche i minori. Questo scenario ci spinge a rafforzare il nostro impegno e a ribadire che la Puglia c’è ed è in prima linea nel contrasto a ogni forma di sfruttamento e nella costruzione di comunità più umane e accoglienti, dove nessuno venga lasciato indietro o offeso nella propria dignità”.
Il dirigente Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni e Antimafia Sociale della Regione Puglia Vitandrea Marzano ha aggiunto che “il progetto ‘La Puglia non Tratta’ ha un carattere strategico perché si lega ad altri obiettivi e missioni della Regione Puglia. Il progetto, in attesa del settimo bando che ne consentirà la prosecuzione, incrocia infatti i temi dello sfruttamento sessuale e lavorativo, coinvolge le donne e tutela i minori, che per un terzo sono vittime di sfruttamento e di tratta a livello internazionale, e si lega al tema dell’immigrazione e del lavoro sommerso. Il convegno di oggi si svolge nel cuore di Bari, in una cornice che rappresenta l’attrattività e l’accoglienza della città. Vogliamo che questa accoglienza abbia un’attenzione in più, soprattutto nei confronti delle persone più vulnerabili ed esposte alle disuguaglianze della globalizzazione”.
Il neo-presidente di Croas Puglia Massimiliano Fiorentino ha rimarcato il ruolo svolto dagli assistenti sociali “nei servizi territoriali e negli ospedali, soprattutto per intercettare le sacche di povertà e le criticità di cui sono portatrici le persone migranti e le loro famiglie. Un ruolo che riguarda anche l’integrazione socio-sanitaria in tutti i settori del Welfare”.
Sottolineando il ruolo attivo nella Puglia nel contrasto alla tratta di esseri umani, la Consulente Esperta del Dipartimento per le Pari Opportunità Francesca Nicodemi ha evidenziato l’importanza di “giornate come questa, che consentono agli addetti ai lavori e alla cittadinanza di conoscere un fenomeno ancora in gran parte sommerse e le sfaccettature delle sfide che riguardano la protezione delle vittime”.

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