PESCHICI/ PRESTO RESTAURO E RIAPERTO IL GROTTONE DI MANACCORA. GRAZIE AI FONDI DEL PARCO DEL GARGANO

Piccoli, ma neces­sari interventi di manutenzione per il sito archeologico preistorico del “Grottone di Manaccora”, il Comune di Peschici ha ricev

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Piccoli, ma neces­sari interventi di manutenzione per il sito archeologico preistorico del “Grottone di Manaccora”, il Comune di Peschici ha ricevuto un contributo di 55mila euro dall’ente Parco nazionale del Gar­gano “per il rifacimento dell’area esterna e dell’impianto di illumi­nazione”, come fa sapere il sin­daco Luigi D’Arenzo in una re­cente comunicazione al consiglio comunale.Nell’atto, il primo cit­tadino informa i consiglieri che “siamo stati chiamati dal diret­tore del Parco per sottoscrivere l’accordo relativo al finanziamen­to di 55mila euro per il Grottone di Manaccora (impianto elettrico e rifacimento della zona esterna)”.E si tratta comunque di un im­portante finanziamento che con­sentirà al Comune di valorizzare ulteriormente uno dei siti storici che attestano la presenza dell’uo­mo sul Gargano, in questo caso sin dalla cosiddetta “età del bronzo”, vale a dire in un periodo compreso tra 2.300 e 800 anni avanti Cristo.Stando a quanto riportato sinte­ticamente nella scheda presenta­zione del sito, fornita ordine sul portale web dell’Ente Parco, il co­siddetto “Grottone di Manacco­ra”, situato su un tratto della costa di Peschici, dopo la sua scoperta è stato oggetto di ricerche archeo­logiche “sin dai primi anni ‘30 del secolo scorso”, ricerche “che han­no portato alla luce un gran nu­mero di armi e di oggetti in bron­zo, parti integranti di corredi fu­nerari rinvenuti in gran numero all’interno delle cavità della grot­ta, usate come sepolcri”.Purtrop­po è accaduto anche che, nel corso di questi decenni, il sito “ha avuto una sorte dall’altalenante fortuna, vivendo periodi grande importan­za seguiti da lunghi anni di de­grado e di abbandono. Proprio agli studi dei primi anni del ‘900 sono seguiti anni di completa incuria del grande ipogeo naturale, usato perfino come stalla per il ricovero stagionale degli animali e detur­pato dal lavoro delle ruspe per lo spianamento dei divisori a secco.Per ironia della sorte, oltre che dall’incuria il Grottone di Manac­cora è stato purtroppo danneggia­to dall’attenzione dei ladri di reperti che hanno sistematicamente profanato le tombe per trafugare oggetti e testimonianze”.Per for­tune, poi le cose sono cambiate: “All’incirca negli ultimi venti an­ni sono state intraprese nuove in­dagini stratigrafiche, volte soprat­tutto ad analizzare in profondità la natura geologica della grotta. Que­ste ricerche hanno a poco a poco dato i loro frutti, riuscendo ad in­tercettare un paleo suolo quasi del tutto integro, riferibile all’età del bronzo finale: i numerosi fittili (creazioni di terracotta) rinvenuti sono stati seguiti dal un ritrova­mento, più importante, di una va­sta abitazione, posizionata a ri­dosso della parete rocciosa, deli­mitata su sue lati da un muretto.L’identificazione sul suolo compatto dei tipici buchi per l’allog­giamento dei pali ha confermato l’eccezionalità del ritrovamento, suggerendo l’esistenza di una co­pertura a tettoia, sostenuta sulla parte frontale dai pali e su quella posteriore dalle naturali sporgen­ze della roccia”.

gazzettacapitanata

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