Pescatori ed Agricoltori uniti per rianciare il settore

PESCATORI e agricoltori, un sodalizio nato sotto il segno delle difficoltà operative comuni e delle richieste di interventi

PROVE GENERALI PER L’ESTATE: IL GARGANO PUNTA ANCHE SUI LAGHI. IN BICI TRA STERRATI E DUNE A STRETTO CONTATTO CON CORMORANI, FENICOTTERI, AIRONI E CIGNI
Il mare delle Isole Tremiti e del Gargano è il più inquinato dalla plastica. È quanto emerge dalla prima relazione stilata da Greenpeace Italia che con la sua campagna “Difendiamo il mare” sta solcando tutto l’Adriatico. E purtroppo la maggiore concentrazione di plastica è stata riscontrata all’altezza del Gargano e della Riserva Marina delle Isole Tremiti. “Ci siamo imbattuti in uno scenario chooccante con enormi quantità di rifiuti” racconta Giuseppe Ungherese, responsabile di Greenpeace Italia. A poche ore dall’entrata in vigore della direttiva europea che blocca la vendita di materiali in plastica monouso, la campagna “Difendiamo il mare” dell’associazione ambientalista lungo il mare Adriatico denuncia ancora una volta l’inquinamento dei nostri mari. “Abbiamo rilevato picchi di contaminazione nella zona della laguna di Lesina e Varano – prosegue Ungherese – proprio in questa area dell’Adriatico, dove, per via della corrente marina caratterizzata da un grande vortice in senso antiorario dai Balcani verso l’Italia, l’inquinamento da plastica è particolarmente rilevante”. Greenpeace ha documentato la presenza di rifiuti in plastica al largo delle Isole Tremiti, dove l’impatto delle attività umane e dei cambiamenti climatici rischia di compromettere un ambiente marino unico e ricco di biodiversità. Durante la sua navigazione al largo dell’arcipelago, la spedizione di Greenpeace si è imbattuta in chiazze di materiale organico e rifiuti in plastica, come cassette in polistirolo, bottiglie, buste, sacchetti, guanti monouso e reti tubolari usate per l’allevamento delle cozze, a dimostrazione del fatto che l’inquinamento da plastica non ha confini e raggiunge anche un’area protetta come le Isole Tremiti.
Associazione ed enti di tutela contro il presidio di Forza Nuova a Borgo Mezzanone

PESCATORI e agricoltori, un sodalizio nato sotto il segno delle difficoltà operative comuni e delle richieste di interventi al Governo. La manifestazione che ha consacrato il solido legame, a Manfredonia, sul porto di ponente dove i trattori venuti dalle campagne hanno solidarizzato con i pescherecci agli ormeggi. Una assemblea coordinata da Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (COAPI), che ha spiegato le ragioni della presa di posizione di addetti a due settori portanti dell’economia e del prestigio italiano.
È ASSURDO consentire – è stato evidenziato fra tanto altro – che il pescato dei nostri mari è solo il 20 per cento del mercato. Sotto accusa i costi di produzione che non reggono rispetto a quelli degli altri Paesi. Ma anche le vessatorie normative introdotte per il controllo delle attività di pesca. Il “made in Italy” – si è insistito – va difeso rinforzando le reti. Al governo Meloni il compito di ascoltare e intervenire con fatti concreti.
CON i pescatori di Manfredonia anche una folta delegazione di pescatori abruzzesi, e rappresentanze di agricoltori e allevatori di diverse aree del foggiano, di Avellino, Caserta e Benevento. Numerose le presenze, come la senatrice Gisella Naturale, vicepresidente della IX Commissioni del Senato; Donato Pentassuglia, assessore regionale pugliese all’agricoltura, che hanno annunciato l’impegno di portare le istanze di pescatori e agricoltori nelle rispettive sedi istituzionali. Il sindaco di Cirò Marina, dal canto suo, ha dato la disponibilità a tradurre il documento conclusivo dell’assemblea, in Ordine del Giorno da proporre a tutti i sindaci delle città marinare italiane.
DALLA manifestazione di Manfredonia è sorta la “Rete dei pescatori del Mediterraneo” che accomuna agricoltori, allevatori, trasformatori artigianali, per una unità e alleanza «con e fra i cittadini consumatori per un impegno comune a difendere i valori del mare e della terra in un Mediterraneo della Pace e della Sovranità alimentare».
IN UN documento votato alla unanimità le misure urgenti richieste al Governo: Piano di contenimento dei costi produttivi (in particolare per l’abbattimento del costo carburanti); Fondo agevolato per riammodernare barche e attrezzature (abbiamo flotta e attrezzature obsolete); Piano per la diversificazione e la multifunzionalità delle imprese della pesca (turismo, didattica, ecc..); Piano per favorire l’uso del prodotto nazionale nelle mense e per il consumo dei prodotti della pesca italiana; Ripristino nella piena funzionalità dell’Ufficio PEMAC III assegnando il ruolo dirigenziale.
MENTRE per le riforme e le azioni strutturali: Riformulare la Politica Europea della Pesca garantendo la piccola e media pesca e arginando l’impatto devastante della pesca industriale; Condurre sperimentazioni e studi per accertare il reale impatto di sistemi di pesca come lo strascico di piccola scala; economicamente la funzione di pulizia dei fondali per la raccolta di plastiche e rifiuti; Semplificare la burocrazia: una barca da pesca non è una segretaria ed in mare non si lavora a tavolino; Rivedere il quadro sanzionatorio repressivo e poliziesco e adottare una strategie di responsabilizzazione e coinvolgimento dei pescatori; Sviluppare un piano per la formazione dei giovani e di aggiornamento per i pescatori; Promuovere e sviluppare i sistemi territoriali e storici di pesca e di consumo.
Michele Apollonio

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