Acqua, codice rosso per il 7% della rete tra Campania e Puglia

Lo studio sullo stato della risorsa idrica nel bacino di Cassano Irpino, nell’area del Distretto dell’Appennino Meridionale, dopo un lungo e compl

Settembre 2025 il terzo più caldo della storia
Nuova stretta anti-covid, la scuola e’ ancora un rebus.
Stop dal 1° giugno al green pass per entrare in Italia, mascherine solo sui trasporti dopo metà mese

 La sorgente «Peschiera», una delle quattro del bacino di Cassano Irpino

Lo studio sullo stato della risorsa idrica nel bacino di Cassano Irpino, nell’area del Distretto dell’Appennino Meridionale, dopo un lungo e complesso lavoro, è concluso. Da esso emerge che sul 7% della condotta idrica sono necessari approfondimenti e lavori di messa in sicurezza per evitare compromissioni della risorsa idrica e della condotta poichè esposte a pericoli naturali (sisma, alluvioni) e antropici (inquinamento da agricoltura e depurazione). Pertanto, è necessario avviare un nuovo progetto, attraverso il quale intervenire per salvaguardare il “bene Acqua”, oltre che per continuare a monitorare l’intera rete di distribuzione. Facciamo un passo indietro. L’Autorità di Bacino del Distretto dell’Appennino Meridionale, guidata dal Segretario Generale Vera Corbelli, ha realizzato lo studio, finanziato con una dotazione di 14 milioni nell’ambito del PON “Legalità” 2014-2020, per la Sicurezza Idrica – Sicurezza Sociale, finanziato dal ministero dell’Interno. In pratica, nell’area pilota del Gruppo Sorgivo di Cassano Irpino Monti del Terminio Tuoro – uno delle più importanti idrostrutture del Sud con la presenza di tre sorgenti , che alimentano il trasferimento di risorse dalla Campania verso la Puglia , non dotata di acqua a sufficienza – è stata realizzata e installata una rete di monitoraggio in telemisura, al fine di valutare lo stato della risorsa idrica, potenzialmente minacciata da pericoli naturali ed antropici. Si tratta di un’Area Distrettuale dotata di sufficienti disponibilità di acqua (oltre 28 milioni di metri cubi), anche se non omogeneamente allocata: condizione che ha fatto sì che si instaurasse la prassi di grandi trasferimenti superficiali tra Regioni: dal Molise verso la Campania e la Puglia; dal Lazio verso la Campania; dalla Campania verso la Puglia e la Basilicata, dalla Basilicata verso la Puglia e la Calabria. Territori regionali che vedono ogni anno, trasferimenti di oltre 850 milioni di mc, e che consentono di approvvigionare un bacino oltre 2milioni di persone. Da anni era avvertita l’esigenza di avviare studi e controlli del territorio attraversato dalla rete idrica. Il primo passo è stato quello di firmare nel 2019 un Protocollo d’Intesa tra Autorità̀ di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e l’Arma dei Carabinieri (NOE), poi rinnovato, nel maggio 2023. L’intesa punta a una collaborazione ad ampio raggio, attuare uno scambio di competenze specifiche, utilizzare strumentazione in dotazione dell’Arma dei Carabinieri e infrastrutturale delle sedi dei NOE con la fibra ottica, anche mediante gli apparati di rete già attivi. Successivamente il progetto ha attirato intorno a sè un ampio partenariato con la partecipazione di aziende tra le quali : Engineering Ingegneria Informatica, Arthur D. Little, Tim, Hspi, Consorzio Datum, Municipia. Altre aziende, che hanno lavorato su altri progetti sono: Fastweb (rete in fibra ottica dei Carabinieri), Infordata (Infrastruttura abilitante) e Seti Telecom (Sensoristica IoT). Determinante è stato l’apporto di studiosi di numerose università, tra cui Federico II, Salerno e del Cnr. Per finire partner insostituibile è diventato l’Acquedotto Pugliese che, in quanto gestore della gran parte della rete da tempi lontani. «È stato adottato un approccio multiscalare e multidisciplinare – dice Vera Corbelli –che ha permesso di avere una visione di insieme dello stato dell’arte, e poi, restringendo il campo, ha individuato porzioni del territorio che richiedeno grande attenzione». Quali criticità sono emerse? «Si tratta di condotte sotterranee – chiarisce Corbelli – soggette a vari usi e di conseguenza a impatti diversificati e pertanto occorre tenere sotto osservazione e predisporre misure adeguate in linea con gli obiettivi della direttiva europea 2000/60 e del Piano di Gestione delle acque . Il progetto realizzato costituisce un traguardo importante , significativo e motore di nuove azioni , e si colloca in un scenario ampio di azioni, a cura dell’Autorità Distrettuale, finalizzato ad una maggiore conoscenza dell’acque sotterranee , alla loro salvaguardia ed uso sosteniblie , attraverso l’aggiornamento del bilancio idrologico, idrogeologico, idrico, analisi delle pressioni, degli impatti e degli interventi –strutturali e non strututturali da porre in essere, a sicurezza dell’ecosistema .

COMMENTI

WORDPRESS: 0