Pirateria agroalimentare, GdF sequestra in Puglia e Sicilia 380 tonnellate di sementi di frumento

La Guardia di Finanza, in collaborazione con l’ICQRF, ha sequestrato in Puglia e Sicilia oltre 380 tonnellate di sementi di frumento per la produzione

Pezze di Greco, emorragia durante il parto: mamma 40enne muore dopo aver dato alla luce due gemelli
Ex Bagno Romagna ancora non in sicurezza
Vieste, la Polizia di Stato arresta noto pregiudicato per tentata estorsione

La Guardia di Finanza, in collaborazione con l’ICQRF, ha sequestrato in Puglia e Sicilia oltre 380 tonnellate di sementi di frumento per la produzione di grano da farina certificato, pari a un valore superiore a 300mila euro, nel corso di un’operazione di contrasto alla pirateria agroalimentare.

Le indagini sono partite da un’analisi di rischio per prevenire i fenomeni fraudolenti nel settore della produzione delle varietà vegetali certificate, verificando il rispetto degli obblighi in materia di commercializzazione di beni iscritti all’Ufficio Comunitario per le Varietà Vegetali o all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Pirateria agroalimentare, GdF sequestra in Puglia e Sicilia 380 tonnellate di sementi di frumento

I finanzieri dei Comandi Provinciali di Bari e Trapani hanno riscontrato, a carico di 3 aziende di rivendita di sementi, 2 in Puglia e 1 in Sicilia, la cessione di 6220 sacchi e confezioni di grano duro delle varietà tracciate senza aver assolto il pagamento della prevista equa remunerazione a vantaggio dei costitutori delle specie vegetali, rilevando anche miscelazioni illecite degli stessi prodotti con quantitativi di grano non certificato. Due le S.r.l. in Puglia, entrambe attive nel commercio di cereali e gestite da esperti imprenditori locali, siciliana la terza S.r.l. in cui è stato effettuato il sequestro, anche quest’ultima gestita da un esperto imprenditore.

Coldiretti ha commentato positivamente l’operazione delle fiamme gialle di Bari e Trapani fra Puglia e Sicilia. «I controlli, che hanno riguardato anche aziende in Campania e nel Lazio, sono finalizzati – spiega Coldiretti – alla tutela delle principali società italiane, con sedi da Cuneo a Milano, da Bologna ad Alessandria, da Pavia a Piacenza, da Modena a Parma, da Ravenna a Ferrara, fino a Macerata, titolari dei diritti di sfruttamento in materia di varietà vegetali protette, delle quali si garantiscono identità, purezza varietale, germinabilità e sanità, contribuendo alla tracciabilità delle filiere produttive».

COMMENTI

WORDPRESS: 0