IL SACRARIO SCOMPARSO CHE RICORDAVA AGLI ALUNNI DI MANFREDONIA I MARTIRI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Sono questi i giorni del rientro a scuola, un'istituzione a cui affidiamo i nostri figli non solo per poter avere un'istruzione adeguata, ma anch

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Sono questi i giorni del rientro a scuola, un’istituzione a cui affidiamo i nostri figli non solo per poter avere un’istruzione adeguata, ma anche per avviarli alla vita. È a scuola, oltre che in famiglia, che s’imparano le regole del confronto quotidiano, ci si mette in discussione e si apprendono importanti valori.
La prima scuola elementare di Manfredonia fu la Bozzelli e si trovava accanto a palazzo San Domenico, dove oggi ci sono gli uffici tecnici comunali. Proprio in virtù dell’alto valore educativo delle scuole, nel chiostro comunale, sotto il porticato, nel 1929 si decise di creare un tempietto dedicato ai 181 ‘martiri’ di Manfredonia morti nella prima guerra mondiale, con tanto di foto e targhe.
L’intento dei nostri nonni era quello di tenere sempre viva nelle generazioni future la memoria di quanto accaduto in quella spaventosa guerra. Gli alunni, infatti, avrebbero studiato accanto al sacrario e avrebbero avuto modo di guardare quotidianamente quegli ‘eroi’ per ‘ammaestrarsi nelle loro opere’.
Il sacrario sopravvisse per qualche decennio, ma la crudeltà della seconda guerra mondiale lo fece passare in secondo piano.
Fino a pochi anni fa le foto e le targhe di quei 181 manfredoniani giacevano abbandonate in un deposito comunale, ma oggi non ve n’è più traccia. Il corridoio venne aperto e divenne l’attuale porticato del chiostro che porta all’ufficio del protocollo. Di quel tempio della memoria di 100 anni fa restano visibili ancora oggi, sulle colonne e sul soffitto, i dipinti sulla prima guerra mondiale dell’artista sipontino Giovanni Gelsomino e la lapide col bollettino della vittoria del generale Armando Diaz.
A tutti i nostri alunni che hanno intrapreso questo nuovo anno scolastico, l’augurio che possano apprendere virtuosamente le materie scolastiche, ma anche che possano imparare a conoscere meglio e ad amare di più, rispettandola, la nostra bellissima città.
Maria Teresa Valente

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