Il quarantennale dello scoppio della colonna arsenico Enichem del 26 settembre 1976 (di S.Cavicchia)

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In una recente trasmissione televisiva su Taranto  e L’Ilva,  il giornalista intervistava una giovane  coppia , girando dentro la città ed intorno alla fabbrica. Il marito 35enne ex operaio ,  pensionato perché  ammalato di tumore per inquinamento Ilva, diceva, guardando le ciminiere ‘’Vorrei tornare a lavorare dentro. L’Ilva è la mia vita’’. E la moglie esterrefatta ,  triste ma decisa :‘’Ma come? L’Ilva sta togliendo a te la vita e a me l’amore e il futuro con te ’’. Cosi in un attimo , in uno sguardo, insieme all’angoscia , si vive e si coglie un sentimento e un senso che tante parole ed analisi non riescono a dare : l’intreccio inestricabile, anche irrazionale, tra la vita , il lavoro e … la morte.

Prima di tutto, perciò , vanno onorati  operai e cittadini ,malati e/o morti , va condiviso dolore e vicinanza con le  persone e con le  famiglie di Manfredonia e comuni circostanti  che hanno sofferto e soffrono in conseguenza dell’Enichem;  contemporaneamente  va anche espressa con tutta la forza possibile solidarietà ai nostri fratelli cittadini e operai di Taranto che stanno vivendo oggi con l’Ilva un’esperienza  di vita e di lavoro cosi drammaticamente simile alla nostra . Va espressa solidarietà a tutte le altre  persone che vivono situazioni simili in Puglia,in Italia e nel mondo ed aderire a tutte le manifestazioni  autonome della cittadinanza e del movimento operaio  e agli scioperi organizzati dalle  organizzazioni sindacali . Ciascuno di noi è solo di fronte a questa logica e pratica di sfruttamento da parte di padroni e dirigenti di   insediamenti industriali che sembrano portare inizialmente ricchezza ma che poi nel tempo si rivelano volano di impoverimento di noi stessi e di distruzione del nostro territorio. Forse questa solidarietà reciproca tra persone sfruttate può farci sentire meno soli, riprendere fiducia e speranza nella possibilità di costruire un futuro migliore.

IL SENSO PROFONDO E PROSPETTICO DEL QUARANTENNALE
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