Grotta Scaloria-Occhipinto, ipotesi di valorizzazione

E’ un periodo florido ed irripetibile per la storia e la cultura di Manfredonia che, finalmente, dopo anni di oblio vede la valorizzazione e la fruiz

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E’ un periodo florido ed irripetibile per la storia e la cultura di Manfredonia che, finalmente, dopo anni di oblio vede la valorizzazione e la fruizione del suo straordinario patrimonio. Tra i siti di maggior fascino e d’interesse scientifico vi è il complesso di grotte “Scaloria-Occhipinto” che sarà oggetto di un incontro pubblico in programma venerdì 16 settembre alle ore 19 presso l’Infopoint turistico del Gal Daunfaontino in Piazzetta Mercato.

Ad illustrare lo stato dell’arte e discutere delle ipotesi di valorizzazione del sito sarà la dott.ssa Eugenia Isetti, Presidente dell’Istituto Italiano per l’Archeologia Sperimentale di Genova, da anni impegnata nello studio e nei lavori di recupero dell’importante sito sipontino e che in questi giorni ha portato a termine l’annuale impegno didattico-accademico. Ad introdurre l’argomento saranno Vincenzo D’Onofrio e Michele De Meo rappresentanti del Club di Territorio Touring Club Manfredonia.

L’incontro sarà un’occasione per divulgare e prendere consapevolezza dello straordinario complesso di grotte che l’uomo ha frequentato per millenni, dalla più remota preistoria fino al Medioevo: il complesso Scaloria-Occhiopinto è costituito da grotte di interstrato, formatesi a seguito di carsismo. Il ramo Scaloria è composto da un camerone superiore da cui si dipartono gallerie verso la camera inferiore a circa m 44 di profondità, percorribili solo carponi. Scoperta la camera superiore nel 1931 durante la costruzione dell’Acquedotto Pugliese, fu scavata in quegli anni da Quagliati e restituì reperti e resti di sepolture principalmente neolitici. Negli anni ’60 fu esplorata la parte più profonda e riconosciuto un rituale religioso neolitico collegato al “culto delle acque” di stillicidio. Gli scavi degli anni ’70 dell’Università di Genova e di Los Angeles riconobbero che la fase di occupazione più intensa fu quella del Neolitico medio, quando nel Camerone superiore si accendevano focolari e si seppellivano i morti (tra il 5400 e il 5200 BC ca), mentre la parte più profonda della cavità ospitava il misterioso culto delle acque.

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