IL personale del Corpo Forestale dello Stato di Margherita di Savoia e della Capitaneria di Porto di Manfredonia, supportato dal Responsabile dell’Uff
IL personale del Corpo Forestale dello Stato di Margherita di Savoia e della Capitaneria di Porto di Manfredonia, supportato dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico Urbanistico del Comune di Zapponeta, nel corso delle attività mirate alla tutela delle aree protette, soprattutto quelle rivolte al controllo dell’inveterato fenomeno della cattura illegale delle specie ittiche presenti nelle prime vasche evaporanti della Riserva Naturale “La Salina”, classificata secondo le disposizioni dell’Unione Europea come Zona di protezione speciale e Sito di importanza comunitaria, hanno accertato la realizzazione di opere abusive rappresentate da un’arginatura alta circa 2 metri e lunga 1.044 metri, all’interno della quale era stato realizzato uno scavo profondo circa 80 cm.
L’area interessata riguarda una superficie totale di circa 3 ettari, confinante con la Riserva Naturale “La Salina” in località Cacace in agro di Zapponeta. L’attività di indagine ha portato al sequestro di due invasi, contigui alla Zona Umida di interesse internazionale “La Salina”, di 22 paletti metallici, 22 contenitori cilindrici in plastica riempiti con conglomerato cementizio e relativi ancoraggi, costituiti da 26 picchetti metallici conficcati nel suolo argilloso e sabbioso, il tutto ricadente in quasi 3 ettari di suolo. Venivano deferiti all’Autorità Giudiziaria i due proprietari e utilizzatori dell’area, residenti nel Comune di Zapponeta, per distruzione e deturpamento di bellezze naturali e dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell’autorità, in quanto sottoposti a tutela paesaggistica-ambientale e per intervento di trasformazione di un territorio sabbioso cambiandone la destinazione d’uso, in assenza dell’autorizzazione paesaggistica.
Interessato del caso il Comune di Zapponeta: la stessa civica Amministrazione emanava l’ordinanza di demolizione e rimessione in pristino delle aree e dei luoghi soggetti a vincolo paesaggistico a carico dei trasgressori. L’attività di contrasto risulta determinante per la tutela ambientale per la conservazione delle diverse specie ittiche presenti in uno dei più importanti ecosistemi lagunari retrodunali del bacino del Mediterraneo ed il più importante dell’Adriatico Centro-Meridionale insulare, e particolarmente ambite da alcuni gruppi criminali per la perpetrazione di attività illecite.
Redazione
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