A Sua Santità Papa Francesco; Santità, siamo un gruppo di commercianti ambulanti che operano in questo settore sin dalla tenera età e che ricordano co
A Sua Santità Papa Francesco; Santità, siamo un gruppo di commercianti ambulanti che operano in questo settore sin dalla tenera età e che ricordano con lucidità le tante storie raccontate dai propri genitori, essi stessi commercianti ambulanti, quando giravano per i paesi anche della Basilicata su un carrettino trainato da un cavallo, in cerca di vendere o scambiare merci. Erano tempi in cui la parola comodità, agio, privilegio e benessere erano concetti sconosciuti mentre amore, famiglia, solidarietà, unità, condivisione e compassione erano la stella polare che guidava ogni azione quotidiana della gente di tutte le estrazioni sociali, anche di quelli che oggi continuano a credere, sbagliando completamente, che l’egoismo, il denaro, la bramosia di potere e il possesso siano appaganti ma se così fosse questa gente sarebbe felice e in pace con se stessa e con gli altri ma sappiamo che così non è”.
“Santità, tramite il nostro Coordinamento chiamato ‘i Disoccupati del Mercoledì’ scriviamo perché dopo decenni di duro lavoro, dopo aver percorso centinaia di migliaia di chilometri facendo una vita non certo agiata, dormendo spesso al freddo nei cassoni dei furgoni e alcuni di noi a pochissimi mesi dalla pensione, noi e 300 colleghi abbiamo subito quella che sarà ricordata come la più violenta, ingiusta e ignobile violazione dei diritti umani perché quando un Ente Pubblico cioè un’Istituzione toglie il lavoro ai lavoratori, specie in un momento come questo dove la perdita del lavoro è causa di tutte quelle tragedie quotidiane di cui le cronache sono piene, vuol dire che cade la fiducia, crolla il senso dello Stato e, purtroppo, si perde soprattutto la speranza e qualcuno perde anche la Fede”.
“Caro Papa Francesco, alcuni nostri colleghi hanno scritto alle più alte cariche dello Stato Italiano ma non hanno ricevuto risposte tranne qualche lievissimo cenno di riscontro ma solo per suggerire di cercarsi un avvocato, a significare che gli appelli che partono dal cuore vengono sempre scambiati con inutile materialismo. E’ accaduto, Papa Francesco, che, senza preavviso, senza un minimo di rispetto per le persone e per il Lavoro, da un giorno all’altro ci è stato comunicato che il mercoledì non potevamo più lavorare in quello che era uno dei più importanti mercati del meridione d’Italia cioè quello di Manfredonia e proprio in questi giorni alcuni di noi stanno ricevendo le revoche dei posteggi che non hanno potuto occupare in contemporanea”.
“Era il mese di gennaio 2012 quando venne deciso, sulla nostra pelle e per motivazioni che ancora oggi sono oscure (…), che quel mercato non doveva più svolgersi nella giornata del mercoledì ma in quella del martedì, senza tenere conto o forse sapendolo benissimo, che spostare la giornata del mercato dal mercoledì al martedì avrebbe significato un danno inestimabile ed irrecuperabile per gli ambulanti concessionari di posteggio i quali si sarebbero trovati, come di fatto si sono trovati, con due mercati concomitanti nella giornata del martedì, con l’impossibilità oggettiva di frequentarli contemporaneamente e con una giornata vuota il mercoledì perché impossibile in queste condizioni acquistare posteggi in altri comuni in quella giornata”.
“E’ la prima volta che assistiamo ad un’azione da parte di un’Amministrazione Pubblica che invece di creare opportunità di lavoro si pone come scopo quello di togliere il lavoro e questo non si può accettare. Oltre un anno e mezzo vissuto con l’incubo che, dopo questo esempio dannoso, anche altri comuni possano seguire questa strada, nonostante la normativa in altre Regioni impedisca assolutamente che si possa cambiare la giornata di svolgimento del mercato, con la conseguenza di ritrovarci tutti non più con sei mercati giornalieri ma con soli tre”.
“Papa Francesco, tra noi colleghi ambulanti c’è una condizione di crisi estrema e nessuno ha mai sostenuto le nostre ragioni, tranne alcuni Sindacati di Categoria sempre vicini e operativi, mentre essendo una categoria numerosa veniamo sfruttati in ogni campagna elettorale quando tutti i politici si organizzano per succhiare il nostro sangue cioè il voto nostro e delle nostre famiglie per poi abbandonarci al nostro funesto destino, come ha fatto anche la Regione Puglia che aveva detto di voler sostenere le nostre ragioni ma poi ci ha completamente ignorati come ci hanno abbandonati tutti i politici locali, a tutti i livelli nonostante gli impegni che dicevano di voler assumere per difendere le ragioni del Lavoro”.
“Tra i nostri colleghi ci sono giovani che hanno cercato uno sfogo alla disoccupazione dilagante nella nostra città di Andria, anche se appare essere una città sempre in festa e ridente ma è tutta una finzione, ma si sono resi conto che la realtà è molto diversa da quella che immaginavano ed ecco che pur di fare comunque un lavoro onesto e dignitoso continuano ad indebitarsi a causa della grave crisi economica al punto che non riescono a mettere il carburante nelle auto per lavorare e lo pagano al rientro dai mercati dopo aver lasciato i documenti che vengono ritirati dal benzinaio al termine della giornata lavorativa”.
“Caro Jorge Mario Bergoglio, abbiamo seguito attentamente tutto il discorso che hai tenuto nella splendida recente visita in Sardegna, al fianco dei lavoratori disperati e mai nessun politico, nessun sindacalista, nessun uomo o capo di Stato avrebbe potuto fare meglio e sono state proprio quelle parole di conforto che ci hanno spinto a scrivere questa lettera perché in quelle tue parole semplici ma dirette e mai retoriche c’era e c’è tutto il senso delle cose e della stessa vita”.
“Noi ci riteniamo forse più fortunati di quei tanti connazionali che hanno perso definitivamente il lavoro ma siamo convinti, fermamente convinti che se quando quel lavoro stava diventando precario, se quando quel lavoro stava diventando a rischio e se quando quel lavoro stava per svanire, allora bisognava intervenire per evitare il dramma della perdita definitiva ma evidentemente questo non è accaduto e le responsabilità crediamo siano di tutti quelli che pur sapendo hanno fatto finta di niente e girato la testa dall’altra parte. Se è vero, però, che le esperienze negative sono quelle che più ci servono nella vita per capire, per comprendere e per migliorare allora possiamo dire che da questa esperienza negativa alcune cose le abbiamo imparate”.
“Innanzitutto abbiamo imparato a stare insieme perché uniti dallo stesso dramma; abbiamo imparato a conoscerci meglio e a condividere le nostre sofferenze; abbiamo imparato che se rimaniamo uniti la sofferenza potrà apparirci e realmente essere di minor peso; abbiamo imparato che la speranza non deve mai morire e se non avessimo avuto ancora speranza non avremmo avuto neanche la forza di rivolgerci a te con questa semplice e accorata lettera, Papa Francesco”.
“Questa esperienza negativa ci ha fatto anche riunire in un Comitato spontaneo chiamato ‘I Disoccupati del Mercoledì’ ed insieme stiamo cercando di trovare la forza per superare questo triste momento di difficoltà economica, aziendale e psicologica”.
“Papa Francesco, non ti chiediamo di intercedere presso il Sindaco di Manfredonia perché faccia un passo indietro, anche se sarebbe un gesto straordinario che veramente andrebbe ad incidere in modo indelebile l’anima degli ambulanti sofferenti ma ti chiediamo di ricevere in visita una Delegazione del nostro Comitato ‘I Disoccupati del Mercoledì’ a Roma, in città del Vaticano o comunque di darci la possibilità di ricevere un tuo gesto di conforto e di vicinanza che non hai mai fatto mancare e mai farai mancare alle persone in difficoltà, che chiedono aiuto, come stiamo facendo noi in questo momento”.
“La coincidenza ha voluto che la giornata in cui ci è stato tolto il lavoro sia quella del mercoledì cioè quella dedicata all’Udienza Generale e anche questo lo consideriamo un segnale che non deve farci perdere la Speranza”.
“Caro Papa Francesco, abbiamo volutamente evitato di raccontare le nostre tante vicende personali e cosa stiamo patendo da quando abbiamo subito il torto di vederci tolto il Diritto al Lavoro in seguito a quella scelta operata nel comune di Manfredonia quindi non ci soffermeremo sui nostri drammi, sulle nostre depressioni e su come il fisico e la mente stanno mal sopportando questa esperienza che non auguriamo ad altri quindi con un sorriso di speranza sulle nostre labbra e con il cuore in mano, soprattutto a nome dei tantissimi giovani colleghi che come noi stanno ancora patendo, vogliamo salutarti con immenso affetto e ringraziandoti per tutto quello che ogni giorno fai e soprattutto per come lo fai, stando vicino alla gente, ai bambini, ai malati, ai sofferenti, ai disoccupati, ai precari, alle donne e agli uomini che hanno perso la speranza e che vedono in te la luce della rinascita”.
“Confidando in un segnale di vicinanza ti salutiamo con tutta la stima e la riconoscenza possibile ed immaginabile. Grazie, grazie, grazie”.
(Andria, 1 ottobre 2013, Comitato Spontaneo, a cura de “i Disoccupati del Mercoledì”)
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