Quattro minuti. Tanto è durato, ieri pomeriggio, l’ultimo Consiglio regionale. Al vaglio dell’Aula, dopo l’interruzione di giovedì per mancanza di

Quattro minuti. Tanto è durato, ieri pomeriggio, l’ultimo Consiglio regionale. Al vaglio dell’Aula, dopo l’interruzione di giovedì per mancanza di numero legale, il rendiconto finanziario della Regione. Ma il risultato è lo stesso: niente di fatto. Nel primo tentativo i presenti totali sono stati solo 19. Dopo un’ora di sospensione, come prevede il regolamento, 24. Troppo pochi. Un finale in linea con l’andazzo della intera legislatura.Ed è lì che affonda la lama il centrodestra: «A questa maggioranza i problemi dei pugliesi non interessano, ma valgono solo le logiche di potere ed elettorali. La totale mancanza di responsabilità nei confronti dei cittadini – dicono Fdl, Lega, FI, Puglia domani – è tale che la massima assise regionale è diventata la piazza di ima grande mercato dove le varie fazioni si confrontano a botta di emendamenti, ricatti».Tecnicamente è l’ultima seduta di Consiglio nel tempo ordinario ovvero entro la data in cui si ritiene concluso il quinquennio (21 settembre, giorno delle Regionali nel 2020). Ma non sarà così perché, in chiusura dei lavori, la presidente del Consiglio, Loredana Capone, ha informato che l’Aula tornerà a riunirsi per votare la legge di Bilancio regionale, varata dalla giunta nella serata di giovedì. Tema controverso. Gli uffici del Consiglio sono scettici rispetto alla possibilità di approvare una manovra finanziaria nei 60 giorni che intercorrono tra la fine naturale della legislatura e le nuove elezioni (23-24 novembre). Si dovrebbe votare solo per urgenza e improrogabilità. Il rischio è che, per queste ragioni, il governo centrale impugni la legge finanziaria.Di diverso avviso la giunta che, invece, ritiene il Bilancio materia essenziale per mettere in sicurezza i conti della Regione, evitando la rigidità nella spesa in dodicesimi dell’esercizio provvisorio dal primo gennaio. Il tema, va detto, fu portato all’attenzione della premier Meloni, dal presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.Ecco perché, l’auspicio è che conoscendo l’appuntamento autunnale con il voto e la criticità legata ai bilanci, il governo non impugni la manovra. Oltretutto, ha assicurato l’assessore al ramo Fabiano Amati, si tratta di un bilancio «tecnico» e non politico, Il dem Antonio Decaro, possibile successore di Michele Emiliano, pur senza troppo entusiasmo sembrerebbe aver dato il proprio via libera.Ma occorrono i numeri. Il centrodestra ci sta solo se la legge verrà blindata, dunque se non ci saranno tentativi di assalto alla diligenza. Certamente si proverà ad inserire la modifica alla legge elettorale per introdurre il consigliere supplente, questo sì atteso da Decaro. In sintesi: gli otto neo assessori lascerebbero la carica di consigliere, per la durata dell’incarico in giunta, così da consentire il subentro dei primi dei non eletti. La strada per approvarlo è in salita (anche perché è materia non urgente e indifferibile) ma essendo un tema che interessa gli stessi consiglieri, potrebbe passare, almeno in Aula.
Nel centrodestra sembra tornato in pista il sindaco di Monopoli Angelo Annese. possibile candidato governatore. E rompe un lungo silenzio anche il coordinatore di FI, Mauro D’Attis, la cui candidatura è in campo da tempo. Pungola l’avversario: «Decaro -afferma – ha scoperto che c’è da riformare la sanità pugliese. Peccato che sono 20 anni che fa il compagno di banco di Emihano e Vendola. M’incuriosisce poi sapere cosa pensa su energia, chiusura delle discariche e termovalorizzatori». Intanto il sindaco di Gallipoli, il dem Stefano Minerva, lancia la propria campagna elettorale. «Oggi vi chiedo di non avere paura e non pensare che la politica sia affare di altri. E di non credere che non cambia mai niente».
corrieredelmezzogiorno

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