Borgo Mezzanone, il ghetto della morte invisibile. Cresce il numero dei decessi tra i braccianti

Una striscia di terra dimenticata, tra Foggia e Manfredonia, continua a inghiottire vite nel silenzio più assordante. A Borgo Mezzanone la morte n

Maturità, Puglia prima per 100 e lode: 1.066 superbravi su 6mila in Italia
Covid: in Puglia 2 morti e 161 nuovi casi, il 3,8% dei test
Verso Cdm su Green Pass giovedì, in stand by la riforma del fisco

ghetto borgo mezzanone

Una striscia di terra dimenticata, tra Foggia e Manfredonia, continua a inghiottire vite nel silenzio più assordante. A Borgo Mezzanone la morte non è un’eccezione ma una regola tacita, una compagna silenziosa che sfiora baracche e corpi logorati da anni di soprusi, sfruttamento e solitudine. Nei primi cinque mesi del 2025, ben sette delle otto morti registrate negli insediamenti informali di Puglia e Sicilia sono avvenute proprio qui, nel ghetto simbolo dell’emergenza bracciantile. Lo denuncia Intersos, organizzazione umanitaria attiva sul territorio, che da tempo documenta le condizioni disumane in cui vivono migliaia di migranti impiegati nei campi del Sud. Un caso allarmante ripreso in queste ore da Repubblica Bari.

Morte improvvisa, vita sospesa

“Tra la fine di aprile e la fine di maggio ci siamo trovati, nel giro di pochi giorni, di fronte a due casi di arresto cardiaco improvviso, avvenuti proprio davanti ai nostri occhi”, racconta Beatrice Sgorbissa, coordinatrice medica di Intersos in Italia. Due uomini, entrambi intorno ai 45 anni, colpiti da malore mentre si trovavano nell’insediamento. Nessun segnale premonitore, nessuna storia clinica documentata, solo un tentativo vano di salvarli. Portati d’urgenza all’ospedale di Foggia, per entrambi non c’è stato nulla da fare. “Abbiamo solo potuto constatarne la morte, senza mai sapere la vera causa”, ha detto Sgorbissa.

Otto morti in quattro mesi
Le due vittime non sono casi isolati. In soli quattro mesi, tra gennaio e maggio, Intersos – riporta sempre Rep Bari – ha registrato otto decessi negli insediamenti informali di Borgo Mezzanone, Palermo, Trapani e Agrigento. Una scia di morti che racconta di condizioni sanitarie e abitative estreme, di burocrazie insormontabili e di un diritto alla salute negato. “Seguivamo da tempo due persone con gravi patologie croniche”, spiega Eva Pinna, responsabile del progetto Intersos a Foggia. “Diabete, insufficienza renale, ipertensione. Ma senza permesso di soggiorno aggiornato e senza una casa fuori dal ghetto, non riuscivano ad accedere a cure regolari”. Quelle morti, sottolinea Pinna, erano evitabili. Ma la mancanza di assistenza continuativa le ha trasformate in condanne silenziose.

Senza fognature né raccolta rifiuti
Borgo Mezzanone è un agglomerato umano che resiste tra roghi di rifiuti e fili elettrici scoperti. Non esiste una rete fognaria. I bagni sono assenti, i rifiuti si accumulano accanto alle baracche, mentre camion abusivi scaricano immondizia durante la notte. “Borgo Mezzanone è un luogo di esclusione e reclusione”, afferma l’infermiera Daniela Campo, che ogni giorno raggiunge l’insediamento con la clinica mobile. “Un posto dove il diritto non arriva, ma che per migliaia di persone rappresenta casa. Qui non esistono alternative”. La descrizione che ne fa Campo è quella di un luogo segnato da segregazione e indigenza, dove la speranza si riduce a mera sopravvivenza.

“Non sono numeri, sono persone”
“Queste morti non sono corpi da gestire, ma persone”, dichiara Marcello Rossoni, responsabile di Intersos in Italia. “Persone che meritano rispetto, dignità, assistenza. Continueremo a lavorare qui finché sarà necessario, ma è evidente che serve un intervento strutturale. Altrimenti questi luoghi continueranno a rappresentare teatri di morte”. Un appello chiaro, che chiama in causa istituzioni locali e nazionali, troppo spesso assenti. Perché a Borgo Mezzanone non si muore solo di malattia, ma di indifferenza.

Il reportage è stato rilanciato da Repubblica Bari, che ne ha raccolto le testimonianze e i dati, portando alla luce quella che viene definita una “emergenza silenziosa”. Una definizione che restituisce la gravità di una situazione nota da anni, ma che solo la morte riesce, talvolta, a riportare all’attenzione dell’opinione pubblica.

COMMENTI

WORDPRESS: 0