UNA TRADIZIONE DEL CARNEVALE DI MANFREDONIA: LE SARTORIE

Le Sartorie di Manfredonia che confezionavano e fittavano costumi durante il carnevale e fino al 1980 Maria Mancini (nella fotografia in eviden

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Le Sartorie di Manfredonia che confezionavano e fittavano costumi durante il carnevale e fino al 1980

Maria Mancini (nella fotografia in evidenza, del 1929, lè a quarta persona da sinistra) , detta “Menute” 1929, aveva il suo laboratorio in Corso Roma n.134. Era detta “Menùte” per via del cognome di sua madre Giovannina (Giuannine) Minuto, ritratta nella sua maglieria con lavoranti e apprendiste.

I piccoli seduti, nipoti della Mancini sono: Giovanna, Elisabetta e Nicola Tricarico, con i fratellini gemelli Anna e Michele. Nella fotografia in evidenza, i costumi, che la stessa cuciva, esponeva, fittava o vendeva in occasione del carnevale. La foto è stata gentilmente messa a disposizione dal prof. Vittorio Tricarico. Consuetudine vuole che, prima di carnevale molte sartorie e persino sarte, confezionavano costumi carnascialeschi. Durante il carnevale, sia all’esterno che all’interno della sartoria i costumi venivano esposti per essere fittati. Mi raccontava mia Madre (85 anni) che ai suoi tempi, già dal giorno di S. Antonio Abate “Sant’Andunie maschere e sune” e poi ogni giovedì grasso, si fittavano i costumi, che i sipontini indossavano “pu balle pe cchese” (il ballo per case).

Nelle tradizionali socie i costumi si fittavano a ore, e nei giorni clou del carnevale anche due volte al giorno: il pomeriggio, in occasione del ballo per case, e dopo la mezzanotte, per la notte allorquando ognuno si recava alla propria Socia o Veglione. Fino agli anni ’50, i numerosi forestieri che venivano a Manfredonia per il carnevale usavano mascherarsi fittandosi i costumi delle nostre sartorie. A conclusione del carnevale, ogni sartoria o sarta che aveva fittato i costumi dopo averli lavati, verificavano la loro condizione. Se erano in buono stato venivano stirati e conservati per l’anno successivo. I costumi maggiormente confezionati prima di carnevale erano: “U Diavulètte. (il Satanello), A Zingarelle, (la zingarella). “U Giannizzere”(costume d’origine spagnola) “Pierrèt” e “Pierrot”, (Pagliaccio e Pagliaccetto), “U Terelose” (Il Tirolese), “Pacchianèlle” (Pacchianella).

Tra le sartorie e sarte in auge nella nostra città nel confezionare costumi del carnevale, vale la pena ricordare:

Marietta Mancini detta “Mariette Menute, in Corso Roma, 140 (anni ’20 – ’50);

Maurino Marasco e lina Rucher, in Corso Manfredi n.50 (dal 1933 al 1958). Dal ’58 a tutt’oggi in Corso Manfredi n.56, Siponta Marasco, figlia di Maurino, continua a fittare i costumi durante il carnevale.

Elena Valente al secolo “Lenècce a permanente”, anni (’40 – ’80) in Corso Manfredi 80. Nel confezionare i costumi la Valente era aiutata da Carletto De Marzo detto “Carlette”;

Gemma Bottalico detta “Gemma a pagnotte”, in Corso Manfredi, 48 (anni ’40 – ’60), che usava esporre i suoi costumi sul balcone della sua casa;

Michele Casalino e Francesca Granatiero, via Torre dell’Annunziata n. 6 (anni ’30 – ’60);

Angela Di Candia dette “‘Ngiolette sotte u cungirte a banne”, in via S. Lorenzo, 49 (dal 1945 al 1988);

Antonio Pellegrino e Maria La Tosa, “Maria Pachiriche”, in Largo dei Baroni Cessa, 7 (anni ’40 – ’80);

Gelsomino Giuseppina, via Gradisca, 8 (anni ’20 – 60).

(Testo a cura di Franco Rinaldi)

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