Mafia&Mucche, a Mattinata lo Stato soffia a Baffino l’azienda di bovini e bufalini

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Ennesimo duro colpo al mondo della criminalità di Mattinata, feudo del clan Lombardi-La Torre-Ricucci, “eredi” dei Romito. Gli agenti della Polizia di Stato della Divisione Anticrimine-Ufficio Misure di Prevenzione, della Questura di Foggia, coadiuvati dagli operatori del Reparto Prevenzione Crimine di San Severo, nelle prime ore di questa mattina hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione della “amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economica”, a carico di una azienda di allevamento di bovini e bufalini del Gargano, ubicata nel Comune di Mattinata. Jessica Coco è stata nominata amministratrice.

La misura per la durata di un anno è stata disposta dal Tribunale di Bari—Sezione Misure di Prevenzione, diretta da Giulia Romanazzi, su proposta del Questore di Foggia, che, a seguito di specifica attività di indagine avviata sul conto del titolare dell’ impresa, ha richiesto l’applicazione a carico della ditta della misura di prevenzione disciplinata dall’art. 34, comma 2, Decreto Legislativo 159/2011, la cui specifica finalità è quella di contrastare ed espungere dal sistema economico (lecito), attraverso il controllo del giudice della prevenzione sulle attività d’impresa, le manifestazioni della pericolosità sociale dei sodalizi di matrice mafiosa o di soggetti indagati per gravi reati, manifestati attraverso il cosiddetto “contributo agevolatore”.

Le notizie e le informazioni raccolte dalla Divisione Anticrimine-Ufficio misure di Prevenzione della Questura di Foggia sul conto della titolare della azienda, relative al contesto familiare ed ambientale in cui la stessa opera, hanno consentito di ritenere questa “non terza” rispetto alla realizzazione di interessi criminali e, dunque, in posizione di contiguità con le attività mafiose del coniuge e del clan di riferimento. Difatti, la titolare della ditta Marisa Di Gioia, classe ’86, è moglie del noto pluripregiudicato mattinatese Antonio Quitadamo detto “Baffino” (detenuto a Trapani), già destinatario delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno e del sequestro anticipato di beni eseguito nel decorso mese di febbraio, elemento di spicco della criminalità organizzata garganica, contiguo al clan mafioso operante nell’area di Mattinata, comune recentemente sciolto per accertate forme di condizionamento operate dalla criminalità organizzata ed attualmente amministrato dalla commissione straordinaria, nominata dal Prefetto di Foggia a seguito di deliberazione del Consiglio dei Ministri.

Il quadro indiziario raccolto a carico della stessa azienda, già destinataria di interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Foggia e che conta due dipendenti, uno dei quali parente di Baffino, ha consentito di ottenere la misura dal Tribunale di Bari che ha ritenuto concreto ed attuale il rischio che l’attività d’impresa possa agevolare le azioni criminali del coniuge o esserne in qualche modo condizionata e che ha disposto, pertanto, ai sensi dell’art. 34, comma 2, del D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159 l’amministrazione giudiziaria dei beni utilizzati, direttamente o indirettamente, per lo svolgimento della predetta attività imprenditoriale.

La misura applicata è parte integrante del progetto che ha portato al conseguimento da parte della Questura di Foggia dei seguenti complessivi risultati nell’ultimo anno: 2 confische patrimoniali, per un valore di 1,4 milioni di euro circa, 4 sequestri patrimoniali, per un valore di oltre 4 milioni di euro , 3 proposte di misure di prevenzione patrimoniali con sequestro, per un valore di circa 5 milioni euro, depositate da tempo in Tribunale ed in via di definizione, 2 indagini patrimoniali richieste dal Questore alla Guardia di Finanza, per un valore di oltre 4 milioni di euro, un accertamento in corso per applicazione della misura di prevenzione prevista dall’art. 34 codice antimafia.

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