Rifiuti elettronici, Puglia meglio del 2017 ma resta fanalino di coda

Migliora in Puglia la raccolta dei rifiuti elettronici, ma resta comunque il secondo dato più basso in Italia. È questo l'esito del rapporto sulla ges

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Migliora in Puglia la raccolta dei rifiuti elettronici, ma resta comunque il secondo dato più basso in Italia. È questo l’esito del rapporto sulla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche nel territorio pugliese dove sono state raccolte quasi 12.000 tonnellate di RAEE. L’indagine vede primeggiare tra le province in Puglia, Lecce che raccoglie oltre un terzo dei quantitativi di rifiuti elettrici ed elettronici raccolti a livello regionale con 4.703 tonnellate (+19,7%). Secondo posto per Bari con 3.212 tonnellate (+7%), seguita da Brindisi la cui raccolta scende però sotto le 1.500 tonnellate a causa di un decremento di quasi il 20%. È al contrario in crescita del 20% la raccolta di RAEE della provincia di Foggia attestandosi a 985 tonnellate. Molto positiva (+31%) anche la raccolta in provincia di Taranto pari a 888 tonnellate. Fanalino di coda è Barletta- Andria-Trani, con una raccolta ancora in calo (-7%) e corrispondente a 661 tonnellate.

Lecce è anche la provincia con la raccolta pro capite più alta e pari a 5,89 kg/ab, seguita da Brindisi con 3,74 kg/ab. Per quanto in crescita a doppia cifra, sono deludenti le raccolte pro capite di Foggia e Taranto: rispettivamente 1,58 kg/ab e 1,53 kg/ab. In termini di centri di raccolta ogni 100 abitanti, Foggia è la provincia con il maggior numero di strutture pari a sette centri, in linea con la media nazionale. Tutte le restanti province sono al di sotto di questa media, il dato peggiore spetta a Barletta-Andria-Trani con soli due centri.

Affinché il il divario con le restanti regioni italiane possa ridursi quanto prima, è essenziale che gli enti locali investano nel potenziamento delle infrastrutture dedicate al conferimento dei RAEE che lo scorso anno erano presenti con una media di quattro centri di raccolta ogni 100mila abitanti. Complessivamente la rete di infrastrutture si compone di 179 centri di raccolta, di cui 122 aperti alla distribuzione, oltre a 32 altri centri gestiti da distributori, installatori e sistemi collettivi. Numeri assolutamente insufficienti alle effettive esigenze del territorio, oltre che tra le medie più basse di tutta Italia.

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