Aggressione al carcere di Foggia

Ancora violenza nel carcere di Foggia, ed a farne le spese alcuni agenti, inermi senza alcuna difesa  che hanno subito anche contusioni  con prognosi

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Ancora violenza nel carcere di Foggia, ed a farne le spese alcuni agenti, inermi senza alcuna difesa  che hanno subito anche contusioni  con prognosi varie.

Da tempo   il SAPPE il  più numeroso e rappresentativo sindacato della polizia penitenziaria,  grida forte  la sua rabbia contro l’indifferenza di un amministrazione penitenziaria che non tutela  in nessun modo i poliziotti.

Eppure  la prepotenza, l’arroganza, l’insofferenza dei detenuti al rispetto delle norme che regolano la vita all’interno delle carceri diventa sempre più evidente e preoccupante, e nonostante ciò non si prendono provvedimenti.

Così questa mattina intorno alle ore 9.30 circa, un detenuto di origine ivoriana di 25 anni detenuto in  carcere  poiché  “sex offender” parola elegante per dire che è un violentatore,   mentre  veniva fatto uscire  dalla sua stanza   dopo aver insozzato muri e pavimento, improvvisamente aggrediva  distribuendo  calci e pugni e finanche morsi, gli agenti presenti ed all’ispettore che coordinava l’operazione.

La colluttazione è durata pochissimi attimi, ma è bastata per lasciare i segni nei poliziotti che come dicevamo prima sono poi ricorsi alle cure dei medici del carcere,  poiché non hanno voluto sguarnire ancora di più il penitenziario.

Peraltro anche questo detenuto sarebbe da annoverare nella folta schiera dei c.d. “pazzi” presente nel carcere di Foggia che ha “la licenza di uccidere”,  poichè  fanno tanti danni, ma  alla fine non pagano mai nulla.

A seguito di  questi eventi che hanno coinvolto più agenti ed un solo detenuto  hanno chiesto al SAPPE come mai può accadere ciò?.

La risposta è che mentre i detenuti hanno la licenza di “picchiare”, dimenarsi, aggredire senza alcun limite, i poliziotti sono obbligati a porre in essere una difesa passiva, tesa a cercare di contenerli  poiché  non si  possono  toccare nemmeno con un dito, altrimenti scattano denunce per violenza con  le varie  Rita Bernardini di turno,  le “Iene” e  le varie associazioni,  pronte ad additare la polizia penitenziaria al pubblico ludibrio.

Da quando sono stati chiusi i manicomi criminali ed i detenuti “pazzi” sono stati buttati nelle carceri, solo in Puglia più di  un centinaio di poliziotti penitenziari hanno subito aggressioni  con  lesioni anche gravi nonostante la gestione di tali “malati” sia passata completamente alla gestione del servizio sanitario pubblico.

In  carcere questi pazzi invece di essere seguiti h.24 da personale specializzato(medici e paramedici) quando va bene  vengono visitati per qualche minuto al giorno, eppoi lasciati al loro destino ed alla completa gestione dei poliziotti che da soli, devono anche controllare centinaia di detenuti.

Proprio per questo il SAPPE con l’aiuto del proprio studio legale  sta approntando della cause di risarcimento del danno contro la regione Puglia e l’amministrazione penitenziaria  poiché non viene garantita   alcuna assistenza a questi malati,  con conseguenze gravi per i poliziotti.

Purtroppo i detenuti diventano sempre più violenti per motivi ben precisi tra cui la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria(circa 70 unità) che ha abbassato i livelli di sicurezza  in maniera paurosa, ma soprattutto per l’inerzia  e la superficialità dell’amministrazione penitenziaria che non applica verso questi violenti le prescrizioni previste dalla legge.

Nei giorni  scorsi il SAPPE ha portato nuovamente all’attenzione del Capo del  Personale  BUFFA a Roma la grave situazione organica che si vive in Puglia ove il sovraffollamento  dei detenuti ha superato il 60%, (a differenza di una media del 25% a livello nazionale)mentre la carenza organica , secondo i loro stessi dati è di 500 agenti.

Il SAPPE  infine chiede nuovamente   che anche ai poliziotti penitenziari , così come alle forze dell’ordine, vengano date in dotazioni  gli spray urticanti o i TASER  (le pistole elettriche)sia come  deterrente, sia   per potersi difendersi  dalle aggressioni che ogni giorno che passa diventano sempre più numerose e violente.

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