Da vittima di tentato omicidio alle manette. Stalker ai domiciliari.

È il 54enne Mario Talamo, l’uomo arrestato dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia lo scorso fine settimana.,

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È il 54enne Mario Talamo, l’uomo arrestato dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia lo scorso fine settimana., in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per atti persecutori. L’arresto arriva a distanza di circa un mese da quello quello del 38enne Antonio Vecera, già arrestato dai Carabinieri di Manfredonia e sottoposto agli arresti domiciliari a Foggia con la grave accusa di tentato omicidio di Talamo.

I fatti risalgono al 4 gennaio scorso quando a Manfredonia,  Vecera, al culmine di una lite, si era scagliato contro Talamo, buttandolo a terra e prendendolo a calci e poi accoltellandolo al collo, al torace, ad una mano e al volto, provocandogli ferite tali che i medici che lo avevano poi curato si erano riservati sulla prognosi di guarigione, considerandolo in pericolo di vita.

Dalle prime indagini era emerso che nei confronti del ferito era in atto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie per maltrattamenti ed atti persecutori e che la donna, in attesa di giudizio nei confronti del marito, si era trasferita presso alcuni amici. Nonostante questo Talamo continuava comunque a seguirla e chiedere informazioni su di lei, come in quel pomeriggio di gennaio, quando la moglie si era incontrata con alcuni amici, tra i quali proprio Antonio Vecera.

La donna, notata la presenza del marito stalker lungo il suo percorso, aveva prontamente cambiato strada mentre Vecera, che era con lei, aveva allungato il passo per salire in auto. Non aveva però fatto in tempo ad allontanarsi. Raggiunto da Talamo era nata la discussione divenuta poi lite e finita con il tentato omicidio.

Nel corso delle indagini la ricostruzione dell’accaduto era stata resa complicata dal fatto che le versioni fornite dai due uomini sull’accaduto erano state, ovviamente, diametralmente opposte. Ognuno aveva infatti dichiarato di essersi difeso dall’altro. È stato grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che i Carabinieri hanno potuto accertare le responsabilità di Vecera, finito ai domiciliari con braccialetto elettronico ad ottobre.

Ora si è aggravata anche la posizione di Talamo, tanto da sottoporre anche lui agli arresti domiciliari, sia perché aveva aggredito il rivale nonostante fosse già sottoposto al divieto di avvicinamento, sia perché ha continuato a perseguitare la ex moglie, violando così la misura cautelare impostagli dal giudice.

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