Bomba a un negozio, minacce al proprietario: nuove accuse a Tomaiuolo

Aveva piazzato una bomba a Manfredonia, l’aveva fatta saltare e poi aveva negato tutto, minacciando i titolari dell’esercizio commerciale distrutto d

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Aveva piazzato una bomba a Manfredonia, l’aveva fatta saltare e poi aveva negato tutto, minacciando i titolari dell’esercizio commerciale distrutto da mano ignota. Tommaso Tomaiuolo, 22 anni, pregiudicato, è accusato di minacce e anche di essere l’autore dell’esplosione, avvenuta in mezzo a veicoli e abitazioni private. A inchiodare Tomaiuolo le immagini della videosorveglianza.

Ma le minacce non sono mancate: “Riferisci ai tuoi parenti che la prossima volta che dicono che il negozio l’ho acceso io, il negozio lo ritrovano giù al mare.

L’esplosione dell’ordigno, non solo provocava ingenti danni al negozio davanti al quale era stato collocato la bomba carta, ma anche ad alcune abitazioni poste nelle vicinanze ed anche ad alcuni veicoli parcheggiati nei pressi.

La cosa che più destava preoccupazione era il fatto che solo per un caso fortuito, nessun passante era rimasto ferito. Infatti la bomba carta era esplosa in una zona che in quel momento era  frequentata da diversi giovani, per via della presenza di alcuni locali della “movida” sipontina.

Dunque in seguito al grave fatto, gli Agenti del Commissariato di Manfredonia avviavano le prime indagini finalizzate all’individuazione dell’autore.

Si procedeva sia all’ascolto dei titolari del negozio e  sia si procedeva all’acquisizione e alla visione delle immagini di video-sorveglianza non solo di impianti presenti sul luogo dell’esplosione, ma dislocati anche a distanza di qualche kilometro.

Il lavoro certosino, svolto dal personale del Commissariato, in particolare la visione di diverse ore dei filmati acquisiti, consentiva di raccogliere numerosi elementi utili all’individuazione dell’autore, nonostante questi fosse completamente travisato.

In particolare visionando i filmati, si aveva modo di osservare che la persona che aveva collocato l’ordigno presentava gli arti inferiori con la caratteristica conformazione ricurva verso l’esterno, cosiddetto ginocchio “varo”.

Pertanto gli Agenti perquisivano la sua abitazione per trovare elementi di riscontro all’attività di indagine.

Nel corso della perquisizione in un cassetto del mobile della camera da letto, si rinveniva una pistola lancia-razzi, con caricamento a tamburo, senza marca riportante la dicitura Mod. 1917 Cal. 22.

Estendendo la perquisizione al resto della casa, si rinveniva un Jeans che appariva identico a quello indossato dalla persona ripresa all’atto di collocare l’ordigno.

Confrontando i fotogrammi estrapolati dall’impianto di video-sorveglianza, si era potuto constatare la corrispondenza dei particolari tagli applicati sul capo, nonché le toppe, in maniera particolare quella applicata sulla coscia destra del pantalone, che facevano ritenere con assoluta certezza, che il capo di abbigliamento sequestrato, era quello indossato dalla persona che aveva collocato l’ordigno esplosivo: Tommaso Tomaiuolo.

Nel corso della perquisizione gli agenti rinvenivano anche il paio di scarpe indossate mentre collocava  l’ordigno.

Lo scorso febbraio, quando ormai era già in corso il processo penale di primo grado a carico del Tomaiuolo, questi avvicinava un parente dei titolari del negozio, danneggiato dall’esplosione, e minacciava che avrebbe fatto saltare in aria il negozio qualora non fossero state ritirate le accuse mosse nei suoi confronti.

A conferma del pericolo concreto  che il TOMAIUOLO Tommaso passasse alle vie di fatto,

si ricorda che nel dicembre del 2016,in località Ruggiano, personale del Commissariato di Manfredonia traeva in arresto Tommaso Tomaiuolo, responsabile di detenzione e fabbricazione illecita di materiale esplosivo.

Nel corso di perquisizione domiciliare i poliziotti del Commissariato sipontino rinvenivano  a casa del ragazzo 47 ordigni esplosivi di fabbricazione artigianale, per un peso complessivo di oltre dieci chilogrammi.

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