Puglia, infanzia a rischio

«In Puglia la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%». A r

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«In Puglia la percentuale dei bambini e dei ragazzi fino a 17 anni in povertà relativa supera di molto la media italiana: il 32% rispetto al 20%». A rilevarlo è il settimo ‘Atlante dell’Infanzia’ di Save the children che ha analizzato la situazione italiana relativa alla «infanzia a rischio».
Secondo l’indagine «la povertà diffusa, i servizi mancanti che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie, hanno portato il Mezzogiorno d’Italia a percentuali più alte delle medie italiane».
La ricerca sottolinea poi che «i bambini pugliesi dai 6 ai 17 anni che non hanno visitato monumenti o siti archeologici sono più di 4 su 5 (84,4%)», mentre «3 su 4 non sono andati a mostre o musei (74,3%)».

In Puglia, inoltre, «i dati dei minori in Comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono particolarmente allarmanti: contro una media nazionale del 7,4% (minori 0-17 anni sul totale della popolazione), nella provincia di Foggia i minori che vivono in comuni con dissesto o riequilibrio finanziario sono il 26% mentre in quella di Taranto toccano addirittura il 33,6%».

In Puglia «la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona precocemente gli studi, fermandosi alla licenza media, supera la media nazionale (16,7% contro 14,7%), nonostante negli ultimi 10 anni il tasso di dispersione scolastica si sia notevolmente ridotto del 12,2%». La Puglia, si legge nella ricerca, «presenta una percentuale molto alta (52,1%) di adulti tra 18 e 64 anni con livelli di scolarizzazione bassi: praticamente uno su due». Inoltre, «più di 1 alunno di 15 anni su 4 (26,3%) non raggiunge le competenze minime in matematica e quasi 1 su 5 in lettura (16,7%)».
La Puglia, evidenzia infine lo studio, «è una delle regioni con il più alto tasso di adulti (25-64 anni) con al massimo la licenza secondaria inferiore (52,1%)», per un dato «di quasi 12 punti più alto della media nazionale (40,5%)».

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