S.E. Mons. Castoro, circa l’ipotizzata istallazione di un deposito di GPL a Manfredonia

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Ho seguito con grande attenzione e non senza preoccupazione il dibattito che in questi ultimi mesi ha suscitato nella nostra città di Manfredonia, e non solo, la proposta di impiantare nel nostro Golfo un enorme deposito costiero di Gpl. Come sempre accade in questi casi si sono formati due schieramenti che vedono da un lato chi è a favore, dall’altro chi è contro. E’ una questione cruciale che riguarda tutti e che chiama in causa autorità politiche, istituzioni, associazioni, singoli cittadini.

Come realtà attenta alle vicende del nostro territorio, anche la Chiesa è chiamata a esprimere la propria opinione nel rispetto delle varie posizioni e per la realizzazione del bene comune. Quando è chiamata a pronunciarsi su tali questioni, la Chiesa non interviene né per motivi politici, né economici e ancor meno ideologici, ma solo per richiamare l’attenzione di tutti affinché siano rispettati i valori fondamentali dell’uomo e dell’ambiente di cui l’uomo stesso fa parte.

A ben vedere, sarebbero più le ombre che le luci, più le incertezze che le garanzie, più le perplessità e i dubbi che le sicurezze. E il futuro che ci viene proposto appare più una minaccia che una promessa.

Infatti, per legittimare l’installazione di tale impianto non basta addurre come motivazione la creazione di posti di lavoro. Proprio perché non bisogna contrapporre i valori e il diritto al lavoro con i valori e la tutela dell’ambiente, è necessario valutare quale impatto ambientale una tale iniziativa comporti. E questo non solo nell’ordine dell’oggi più immediato, ma anche nel futuro, guardando con senso di responsabilità anche alle generazioni che verranno.

E’ giusto dunque chiedersi quale impatto avrà questo deposito sulle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, marine, faunistiche e botaniche del nostro mare e del nostro territorio. E, ancora, quali conseguenze sulla salute dei cittadini che verrebbero esposti a rischi non sempre prevedibili e tecnicamente gestibili.

Come ha richiamato Papa Francesco nella sua enciclica Laudato sii: «Quando compaiono eventuali rischi per l’ambiente che interessano il bene comune presente e futuro, questa situazione richiede che le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili per ogni possibile scelta alternativa. Questo vale soprattutto se un progetto può causare un incremento nello sfruttamento delle risorse naturali, nelle emissioni e nelle scorie, nella produzione di rifiuti, oppure un mutamento significativo nel paesaggio, nell’habitat di specie protette o in uno spazio pubblico. Alcuni progetti, non supportati da un’analisi accurata, possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro» (n. 184).

Tutti auspichiamo vivamente che le autorità competenti abbiano sempre a cuore, nelle loro scelte, il bene dei cittadini e la salvaguardia del nostro territorio.

+ Michele Castoro, arcivescovo
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