Sdanga apre ai privati (che non rispondono)

Non si placano le polemiche sulle vicende del sodalizio calcistico manfredoniano. Non piace non solo alla tifoseria, la commistione tra politica e spo

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Non si placano le polemiche sulle vicende del sodalizio calcistico manfredoniano. Non piace non solo alla tifoseria, la commistione tra politica e sport, nella fattispecie il calcio, creata dagli interventi del sindaco Angelo Riccardi e mirati a screditare il sodalizio sipontino presieduto da Antonio Sdanga, per aver accettato la presenza tra gli sponsor della squadra anche quello della Energas contro la quale ha montato una guerra ad oltranza. L’ultimo intervento è, come noto, la rescissione della convenzione con la quale affidava la gestione dello stadio Miramare alla “Associazione sportiva dilettantistica Manfredonia calcio 1932”.
<Sia chiaro> tiene a precisare il presidente Sdanga <che i 120mila euro della convenzione del Comune che in effetti depurati dei vari oneri fiscali si riducono a 90 mila euro, servono a gestire la struttura: non vanno quindi minimamente a supportare la società che deve provvedere in proprio a reperire le risorse per sostenere l’attività della squadra che il sindaco sa bene quanto sia oneroso. Tra le spese c’è anche la somma di sei mila euro pagata al Comune per l’uso dello stadio>.
E’ in questa prospettiva che Sdanga ha accettato la sponsorizzazione di Energas. <Si tratta di una sponsorizzazione> spiega <come ce ne sono delle altre. Non c’è nessun secondo fine. Ho trovato un imprenditore che mi ha dato una mano e per questo gli sono grato. Un intervento che ci ha permesso di avviare il potenziamento della squadra>.
Una operazione che tuttavia non allontana dal sodalizio l’ombra della debitoria accumula nei campionati pregressi.
<Una situazione pesante e condizionante il tranquillo prosieguo dell’attività della squadra> rileva Sdanga. <In questo contesto si pone la trasformazione del sodalizio in Srl, e dunque la suddivisione in quote del capitale societario che tra le passività annovera la innanzi detta situazione debitoria. Ho pertanto messo in vendita il 30 per cento del capitale sociale aprendo a quegli imprenditori che avessero voluto impegnarsi e dare un tangibile sostegno al mantenimento della squadra>.
Una apertura che non ha trovato seguito nell’imprenditoria locale pronta magari a giudicare ma poco incline a mettersi in gioco. <Ancora una volta> dichiara Sdanga <ho trovato il presidente di Energas, Diamante Menale, pronto a darmi un’altra mano a sostenermi nel caso non ci fossero altri a farlo. Fin qui non si è fatto avanti nessuno>.
Dal canto suo il presidente Menale ha fatto sapere di <non essere interessato ad entrare nel sodalizio calcistico di Manfredonia: la sua disponibilità ad aiutare Sdanga e dunque la società di calcio, deriva dall’interesse a tutelare l’attività calcistica nella quale ha investito la sponsorizzazione. Tutto il resto è solo una strumentale speculazione che non fa bene allo sport e a Manfredonia>.
Una questione che sarebbe rimasta, così come era giusto che fosse, nell’ambito esclusivo di una attività imprenditoriale sportiva, se non ci fosse un sindaco che anziché concentrarsi su bel altri problemi che gravano sulla città, si trastulla a mettere i bastoni fra i piedi di un sodalizio che cerca di risolvere i propri problemi autonomamente.
Michele Apollonio

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