Opere incompiute in Puglia: l'elenco „La provincia di Foggia maglia …

Sono 81 le opere incompiute in Puglia, iniziate e non ancora terminate, secondo l’elenco dell’anagrafe delle pubblicato il 30 giugno scorso dal Minis

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Sono 81 le opere incompiute in Puglia, iniziate e non ancora terminate, secondo l’elenco dell’anagrafe delle pubblicato il 30 giugno scorso dal Ministero delle Infrastrutture e relativo al 2014, ben 22 in più rispetto al 2013. Il triste primato va alla provincia di Foggia con ben 23 incompiute, seguita da quella di Lecce con 18, Taranto 16, Bari 11, Brindisi 9 e BAT 3.

Denuncia il presidente Ance Puglia Delle Donne: “Dalla lettura dell’elenco delle opere pubbliche incompiute in Puglia emergono in filigrana le tante criticità di cui soffre l’esecuzione dei lavori pubblici. Bisogna tracciare nuove traiettorie per tornare a una logica di risultato che veda come obiettivo primario la realizzazione delle opere destinate alla collettività in tempi giusti e costi adeguati, superando l’attuale visione formale dei processi realizzativi».

Da infrastrutture per la mobilità alla realizzazione di scuole, mercati, carceri e cimiteri, da restauri a opere irrigue e fognarie, da adeguamenti normativi a bonifiche ambientali, il valore di queste 81 opere è di circa 235 milioni, aumentato rispetto al 2013, quando si attestava sui 160 milioni. Per lo più si tratta di piccole opere, essendo solo cinque quelle che superano i 10 milioni di euro: i lavori di sistemazione idraulica negli agri di Gravina e Poggiorsini (34 milioni), il restauro del Palazzo degli Uffici di Taranto di Piazza Archita (33 milioni), la costruzione di un serbatoio per scopi irrigui in agro di Altamura (30 milioni), i lavori di messa in sicurezza dell’area ex-Fibronit di Bari (14 milioni) e quelli di bonifica dell’ex-gasomentro di Bari (12 milioni).

La Puglia, con 81 opere incompiute, è seconda solo alla Calabria (che ne conta 93) in una graduatoria che, in totale, conta 649 opere iniziate ma non terminate in tutta la penisola. “Si presenta con forza il tema della “qualificazione” delle amministrazioni appaltanti, oltre che delle imprese. Dobbiamo pretendere amministrazioni competenti, valide, che declinino l’efficienza e l’efficacia a partire dall’ideazione dell’opera fino all’esecuzione della stessa. Se si riuscirà a cogliere questo obiettivo, se si dirà stop alla bulimia normativa, questi elenchi non avranno più ragion d’essere, relegati a un passato che ci auguriamo non più ripetibile. E’ in corso il procedimento per recepire la nuova direttiva UE in materia di appalti, e il nuovo Codice può essere l’occasione per dare l’attesa svolta” conclude Delle Donne

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