SANGALLI: A COSA STANNO GIOCANDO PD E FRIULIA?

Si è tenuto ieri pomeriggio, a partire dalle 15.00, l’attesissimo tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Sangalli. In bal

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Si è tenuto ieri pomeriggio, a partire dalle 15.00, l’attesissimo tavolo presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza Sangalli. In ballo gli scenari futuri dello stabilimento della Manfredonia Vetro e dell’intero gruppo Sangalli, che, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbero subire un netto cambiamento. La proprietà, infatti, punta a scorporare le due imprese, quella sipontina e quella gemella di Porto Nogaro (Udine): per Manfredonia si prospetta il concordato in bianco mentre al Nord un ruolo fondamentale sembra svolgerlo Debora Serracchiani attraverso la finanziaria regionale Friulia S.p.A., che, attualmente, detiene il debito maggiore nei confronti del Gruppo Sangalli (circa 70 milioni) oltre alla partecipazione rilevante. Lo stesso Presidente Vendola, presente al tavolo con l’Assessore Caroli, ha dichiarato (prima dell’incontro ai numerosi operai della Manfredonia Vetro accorsi a Roma in pullman) che la governatrice del PD “sa benissimo a cosa si va incontro ed è molto preoccupata: perché Friulia rischia di pregiudicare anche la propria situazione con questa operazione. Perché se Manfredonia chiude oggi, domani toccherà a Porto Nogaro. Maha assicurato Nichi Vendolasiamo allineati con il Friuli per cercare una soluzione condivisa per tutto il Gruppo“. Dal tavolo al Mise, infatti, è emerso che la finanziaria Friulia ha imbastito una operazione per divenire l’azionista di maggioranza di Porto Nogaro, salvando così lo stabilimento del vetro in regione Friuli. Una strategia che trova tutta l’opposizione del parlamentare pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), autore di tre interrogazioni parlamentari sul caso Sangalli, la prima datata luglio 2013.

Un ruolo fondamentale lo giocherà il Ministero dello Sviluppo Economico mentre salgono sempre più i timori sul comportamento della Friulia e della regione Friuli Venezia Giulia, guidata dalla Serracchiani, donna di punta del premier Renzi. Timori che abbiamo sottolineato nella terza interrogazione indirizzata al ministro Federica Guidi e presentata lo scorso 22 dicembredichiara L’Abbate (M5S)Il ‘mors tua, vita mea’ è inammissibile e se la Giunta friulana si è mossa per tempo prendendo tutte le contromisure per cercare di salvare Porto Nogaro, è giunto il tempo che anche il Governo della Regione Puglia prenda di petto la situazione. Non è possibile rimanere silenti dinanzi a giochetti che mirano a far chiudere quello che è lo stabilimento di riferimento del distretto sipontino. Se Sangalli non è da tempo un interlocutore credibile non lo è nemmeno Friulia, fortemente indebitata e con un processo penale che inizia a giorni per il crac Fadalti. Alla porta, infatti, sembrano esserci compratori pronti a rilevare i tre impianti di Manfredonia, assai più appetibili di quello friulanoprosegue il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate È giunta l’ora, dunque, che il patron si faccia da parte e garantisca, con la sua uscita di scena, un futuro ai dipendenti sipontini. E che Friulia tenga un atteggiamento responsabile e costruttivo. Non mancheremo di tenere accesi i riflettori su Friulia S.p.A., la quale non ha mai chiarito la propria posizione, approvando bilanci in perdita, sostenendo manovre concordatarie e, soprattutto, come è emerso oggi, rilevando la maggioranza dello stabilimento friulano tramite fidejussioni al posto di vere iniezioni di capitale. Lasciando aperte possibili contestazioni in tema di aiuti di stato, peraltro senza garantire un futuro ai dipendenti friulani, sui quali pesa il rischio di chiusura. Questa simbiosi Sangalli-Friulia, che ha già comportato ingenti perdite, fuga dei clienti e contestazioni sindacali sta portando discredito sul piano internazionale e potenziali danni all’intero comparto dell’edilizia. Un atteggiamento – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – incomprensibile e totalmente inaccettabile su cui non è possibile transigere: Friulia e il PD non possono giocare a Machiavelli con le carte della società“.

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