RICCARDI: "OCCUPAZIONE E SVILUPPO"

Comprendo benissimo lo stato d’animo di un disoccupato o di un lavoratore che sta per perdere il proprio posto di lavoro dopo che ha lavorato per poc

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Comprendo benissimo lo stato d’animo di un disoccupato o di un lavoratore che sta per perdere il proprio posto di lavoro dopo che ha lavorato per pochi anni ed ha messo su famiglia o stipulato u

Solo un pensiero malvagio e fazioso può condurre la lotta politica in ambito comunale addossando agli avversari la colpa della disoccupazione. Affermare che la responsabilità della mancanza di lavoro è del sindaco, significa mistificare e stravolgere la realtà ma soprattutto significa ingannare i tanti disoccupati che vivono sulla propria pelle il dramma della mancanza di reddito. Far intendere che è sufficiente sostituire la giunta comunale per vivere in una città senza disoccupazione, con lavoro per tutti, è una truffa ai danni di persone che soffrono, aggravata da motivi abietti.

Se questo pensiero errato deriva da persone in buona fede, senza lavoro, le invito a non cadere vittime di speculazioni politiche che producono false aspettative.

Comprendo benissimo lo stato d’animo di un disoccupato o di un lavoratore che sta per perdere il proprio posto di lavoro dopo che ha lavorato per pochi anni ed ha messo su famiglia o stipulato un mutuo. Capisco che un disoccupato sia alla ricerca di un capro espiatorio e trovi nel sindaco la persona che dovrebbe risolvere il proprio problema.

Conosco cosa e come si vive nelle famiglie senza reddito. Lo so molto bene considerato che, a differenza di tanti  conservatori a pancia piena che ci fanno la lezione su come si governa la città, tutti i giorni io mi confronto con il dramma della disoccupazione e la vivo e vi partecipo, non solo emotivamente, sia quando i disoccupati si rivolgono al sindaco per trovare lavoro, sia quando affronto con sindacati e lavoratori le tante vertenze aperte nel nostro territorio. Guardare negli occhi un concittadino, che a volte è anche un amico, un conoscente, che sta per perdere il lavoro, è una dura esperienza che cambia definitivamente la prospettiva con cui si valutano i fenomeni sociali.

L’attuale crisi occupazionale, purtroppo, non si verifica  soltanto a Manfredonia ma interessa tutti i settori della produzione di beni e di servizi e riguarda tutte le città italiane e molte città europee: in maniera più acuta colpisce tutti i territori del Sud Italia come registrano tutte le agenzie e gli istituti di statistica (Istat, Svimez, Banca d’Italia, ecc.). Il  benpensante sa che è sufficiente guardare la televisione per rendersi conto che la disoccupazione non esiste solo a Manfredonia. Eppure vuol far credere il contrario…

La disoccupazione giovanile a novembre 2014 ha toccato in Italia la percentuale del 44%. In sostanza un giovane su due non lavora. Alla base di questo dato c’è da una parte la crisi economica che rallenta investimenti e crescita, dovuta anche alla politica economica dell’Unione europea, dall’altra la scarsa capacità della formazione di preparare professionisti adatti alle reali esigenze del mercato del lavoro che, in base ad una ricerca dell’Istituto Isfol, richiede non solo medici ed infermieri ma anche figure nuove di rango manageriale. Aumenta la richiesta di professionisti esperti nell’educazione e nella formazione. Vi è offerta di lavoro anche per  gli specialisti dell’ambito giuridico, della vendita all’ingrosso e della vendita on line. Da alcuni anni si conferma la richiesta di ingegneri e i più richiesti sono gli ingegneri gestionali e quelli specializzati nel campo energetico. Sempre nell’ingegneria resta alta la domanda anche per gli informatici, in particolare per quelli esperti di programmazione e per gli elettronici.

I mestieri più richiesti sono relativi a camerieri, estetiste, parrucchieri, muratori, pizzaioli, elettricisti, meccanici, falegnami, idraulici. Vi è inoltre sempre maggior richiesta di addetti ai servizi di pulizia ed all’igiene dei servizi pubblici sia gestiti dalle pubbliche amministrazioni, sia dal privato.

Naturalmente l’offerta del mercato del lavoro di Manfredonia non è tale da assorbire tutta la domanda di lavoro dei giovani. Per questo motivo dobbiamo confrontarci su ciò che significa sviluppo locale a meno che non pensiamo che lo sviluppo debbano regalarcelo gli altri.
Circa quindici anni fa fu attivato uno strumento di re – industrializzazione, il Contratto d’area, proprio per far fronte alla crisi occupazionale dopo la chiusura dello stabilimento Enichem. Questo strumento della programmazione negoziata è stato variamente criticato. Ma su questo tema dovremmo avere il coraggio della verità: il contratto d’area è stato finanziato dallo Stato con ingenti risorse che sono andate in gran parte ad imprenditori del Nord. L’imprenditoria locale non ha risposto all’appello. È rimasta assenteista e rinunciataria. Non si sono formate nemmeno cooperative di produzione e lavoro. I capitali sono rimasti inutilizzati. Non si è voluto rischiare e la natalità delle imprese locali è stata vicina allo zero.

I sapientoni tutti i santi giorni ci fanno le prediche su come si fa lo sviluppo e vaneggiano di turismo, di sole e di mare: ma quando vi è stata la possibilità di ottenere finanziamenti per le strutture turistiche, pochi hanno saputo utilizzarle e il settore ha presentato ancor minori ricadute occupazionali.

L’unica attività in cui siamo altamente competitivi e presentiamo eccellenze uniche al mondo  è la critica distruttiva, il vaniloquio fine a se stesso, l’accusa velenosa. Mai una proposta, sempre un colpevole. Confesso: io sono il massimo colpevole, mi assumo tutte le responsabilità. Ma chiedo: da chi dovrebbe venire l’offerta di lavoro? Se lo sviluppo non nasce innanzitutto nelle nostre menti, in tutte le menti, chi deve realizzarlo? L’Amministrazione comunale può creare le condizioni per lo sviluppo, lo abbiamo fatto, lo stiamo facendo e continueremo a farlo ma non può sostituirsi agli imprenditori, non può come per magia far apparire aziende in cui assumere disoccupati.

La scorciatoia di indicare un colpevole anziché trovare soluzioni ai problemi è un’operazione perversa, che può essere utilizzata per una pessima propaganda elettorale ma non può, non deve ingannare i disoccupati.

L’Amministrazione comunale, proprio per difendere le aziende del territorio in crisi, favorire la creazione di nuove imprese o l’ampliamento di quelle già esistenti, nei diversi settori produttivi, è impegnata nel rivendicare nei confronti del governo un piano d’azione straordinario a tutela dell’occupazione. Ma se lo sviluppo del nostro territorio non è promosso dalla capacità di tutti noi -amministratori pubblici, imprenditori, lavoratori- di trasformare e di innovare il sistema socio-economico, difficilmente potremo avere uno sviluppo duraturo e irreversibile.
ANGELO RICCARDI

 
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