Bilancio comunale, P. Rinaldi: “Il malconsigliato Prencipe straparla o fa solo finta?”

A proposito del bilancio comunale Gaetano Prencipe (malconsigliato dai suoi sodali) straparla o fa solo finta? Leggendo infatti le sue ultime “avventu

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A proposito del bilancio comunale Gaetano Prencipe (malconsigliato dai suoi sodali) straparla o fa solo finta? Leggendo infatti le sue ultime “avventure” testuali appare chiaro che siamo di fronte ad una esternazione priva di fondamento e che non tiene affatto conto di tutto il lavoro svolto a monte per razionalizzare la spesa e per mantenere in ordine i conti del Comune. Caro Gaetano, ho l’impressione che ti hanno male informato e forse non hai seguito in questi ultimi anni l’evoluzione normativa della finanza pubblica. Hai ripreso le sciocchezze già dette da qualche ex candidato consigliere di Forza Italia, poi passato al PD un po’ di anni fa (Domenico Scarano).

Si fa sempre più evidente in queste ore come le dichiarazioni di Gaetano Prencipe e dei suoi compagni di “cospirazione” venga fuori il vuoto assoluto di questo fantomatico “nuovo che avanza” (che nuovo non è. Forse che sia avanzato?)

Queste primarie interne al PD evidenziano sempre più i limiti di un sereno dibattito che pure sarebbe stato opportuno avviare e sviluppare, non fosse altro per rendere conto ai cittadini dei progressi che la città, il territorio ha fatto, ad onta della crisi sfociata in depressione, dei pesanti tagli finanziari che hanno messo in ginocchio i Comuni italiani.

Una situazione estrema nella quale il sindaco della città, Angelo Riccardi, ha governato con accorta sagacia e riflessiva attenzione, da vero pater familias, riuscendo a condurre in porto numerose attività di risanamento di tante situazioni degradate, ad avviare progettazioni importanti che a breve troveranno realizzazione compiuta (i particolari si possono leggere nel pieghevole pubblicato da Riccardi). Prima prova di questo sano governo è il bilancio tenuto entro i limiti imposti dalle leggi vigenti. Una composita realtà facilmente riscontrabile solo che si guardi con occhio e cuore liberi da condizionamenti del tutto personali. La città risulta più progredita, più avanzata, più moderna.

Un quinquennio per tanti aspetti edificante, nonostante la congiuntura economica sfavorevole e la pesante riduzione dei trasferimenti erariali ai Comuni, eppure è proprio su questi 5 anni che si è abbattuta la strumentale invettiva di coloro che di quelle situazioni hanno condiviso la responsabilità, con l’incondizionato consenso mai fatto mancare durante l’intera legislatura. Poi all’improvviso la folle virata: la levata di scudi di un manipolo che è riuscito perfino a sputare veleno sui meriti che essi stessi possono accampare per il semplice fatto di essere stati parte dell’amministrazione Riccardi. Assurdo. Incredibile. La cupidigia personale, la frenesia di occupare il potere porta anche a questo malefico effetto: dimenticare o sottovalutare quel che di buono si è partecipato a realizzare. Di modo che tutto quel che di costruttivo si è meritoriamente concretizzato nel problematico contesto di cui innanzi, è diventato colpa, errore, incapacità e via di questo passo.

Questa disputa primaria ha messo in evidenza una condizione davvero miserrima di una parte minoritaria della stessa maggioranza di governo della città, di uno stesso partito – peraltro il più suffragato – che si è scagliata con inaudita virulenza contro chi quella maggioranza e quel partito ha onorato con un attivismo concreto e fattivo. Può la città dimenticare che si tratta di consiglieri comunali passati disinvoltamente negli anni da destra a sinistra cercando ovunque un posto al sole e, forse, anche benefici ad personam? O che siamo di fronte a sedicenti rappresentanti della società civile, alla spasmodica ricerca di un protagonismo sempre negato alla prova del voto (quando hanno avuto il coraggio di candidarsi), miracolosamente assurti a strumentali portavoce di un dissenso, da altri creato ad arte?

E’ di questi individui, sedicenti paladini del nuovo e improvvisati tuttologi di circostanza, che bisogna diffidare, allontanandoli definitivamente dal contesto governativo della città. È il momento che avvoltoi e gufi, che da qualche giorno provano ad oscurare il cielo cittadino, tornino a rintanarsi nella solitudine dei loro circoli elitari, peraltro molto scarsamente frequentati, a riflettere su quanto non siano più (o non siano mai stati) al passo con i tempi.

 

Pasquale Rinaldi – Assessore al bilancio e patrimonio del Comune di Manfredonia
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