Fusto “ENI” ritrovato a Siponto, Riccardi: “Nessuna contaminazione e nessun riaffiorare del passato”

“Nessuna contaminazione e nessun riaffiorare del passato”, dice il sindaco. I risultati delle analisi indicano che trattasi di olio per motori e ingr

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“Nessuna contaminazione e nessun riaffiorare del passato”, dice il sindaco. I risultati delle analisi indicano che trattasi di olio per motori e ingranaggi: rifiuto speciale pericoloso senza radiazioni ionizzanti.

Qualcuno lo ricorderà per averne letto non molto tempo fa; qualcun altro, invece, apprenderà ora di quanto accaduto con il rinvenimento, sulla spiaggia di Siponto, di un fusto riportante la scritta “ENI”. Le analisi effettuate hanno fornito un responso che non può essere considerato del tutto rassicurante, ma che è ben lontano dal falso, per fortuna, allarme lanciato da alcuni: il rifiuto è da considerarsi “speciale pericoloso” perché si tratta di olio per motori, ingranaggi e lubrificazioni, ma sono del tutto assenti le radiazioni ionizzanti che lo avrebbero reso un rifiuto “radioattivo”.

Nel primo pomeriggio del 5 novembre scorso, il tenente della Polizia Locale Castrignano e gli operatori Falcone, Artuso, Caracciolo e Tino, su richiesta della centrale operativa, hanno raggiunto il tratto di spiaggia nei pressi di un noto lido balneare a Siponto, perché era stata segnalata la presenza di un bidone, contenente presumibilmente olio esausto, sull’arenile. Un fusto metallico di buoni trenta chili, con su scritto “ENI”, dal quale fuoriusciva, in modica quantità, un liquido scuro ed oleoso.

Gli agenti intervenuti hanno dapprima contattato telefonicamente l’ARPA Puglia ma, non ottenendo risposta, hanno provveduto a mettere in sicurezza il contenitore, in attesa dell’intervento dei tecnici dell’agenzia regionale per l’ambiente. Il giorno seguente, mentre la Capitaneria di Porto inoltrava notizia di reato all’autorità giudiziaria, la Polizia Locale richiedeva l’intervento di una ditta specializzata, come suggerito dall’ARPA stessa, per classificare e smaltire il rifiuto in questione.

Si è così dovuto attendere il tempo necessario affinché il laboratorio interessato effettuasse le analisi necessarie e ne comunicasse le risultanze. Ora si può affermare senza tema di smentita che “il campione analizzato non presenta radiazioni ionizzanti ed è classificabile come speciale pericoloso”, come scrive l’esperto qualificato che ha risposto alla richiesta ricevuta dal nostro Comune.

“Quel vero e proprio marchio di fabbrica, apposto sopra il fusto stesso, aveva fatto suonare il campanello d’allarme ed abbiamo voluto vederci chiaro. Conforta, quindi, agendo con la tempestività necessaria, essere riusciti a fugare i dubbi – commenta il sindaco  – che potevano sorgere a seguito del ritrovamento di un simile rifiuto. Nessuna contaminazione e nessun riaffiorare di letali ‘testimonianze’, chiamiamole così, del nostro passato industriale. Quanto mai ardito e infondato l’immediato catastrofismo di qualcuno, mentre risulta utile e preziosa – conclude Angelo Riccardi – la segnalazione che ha portato al recupero, all’analisi ed allo smaltimento del fusto”.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia

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