LE FAVE DI CARPINO IN ORBITA CON SAMANTHA

Saranno in compagnia della piattella canavesana (fagiolo), della lenticchia di Ustica, del cece nero della Murgia carsica. Protagoniste le fave di C

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Saranno in compagnia della piattella canavesana (fagiolo), della lenticchia di Ustica, del cece nero della Murgia carsica. Protagoniste le fave di Carpino, ormai pronte a decollare per la missione spaziale di sei mesi affidata alla prima astronauta italiana, Samatha Cristoforetti: il countdown sta giungendo al termine, il decollo è previsto per il 24 novembre. Fave con tuta e casco dunque… Scherzi a parte, le caratteristiche organolettiche e i contenuti nutrizionali hanno fatto inserire le gustose e profumate fave del Gargano fra quegli alimenti che la Argotec di Torino ha preparato perché Samantha li cucini (in realtà si tratterà di assemblarli) nello spazio.

Le fave sono state scelte perché, come gli altri tre legumi, consentono di rispettare gli altissimi standard igienici richiesti per i pasti degli astronauti, che debbono anche servirsi di alimenti in grado di garantire la massima efficienza fisica, contrastando i cambiamenti fisiologici dovuti alla lunga permanenza nello spazio. La prima ribalta per questa promozione stellare delle fave garganiche al Salone del gusto di Torino, svoltosi a fine ottobre. E di Torino è la Argotec, l’azienda aerospaziale unica responsabile in Europa per lo space food degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. Molto ha deciso, nella scelta delle fave di Carpino, il fatto che rientrassero ormai da tempo fra i presidii Slow Food, ma ha influito moltissimo anche la volontà dell’astronauta che per prima, durante la sua missione Futura dalla durata record, si cimenterà fra ideali fornelli in assenza di gravità.

Tanti legumi dunque nella sua dieta, da affiancare a frutta, quinoa, riso, spezie, aromi, pensati per sostituire grassi e zuccheri raffinati. Appassionata di sana alimentazione, la Cristoforetti ha seguito durante il lungo addestramento la formulazione dei suoi «bonus food», cioè i cibi delle grandi occasioni che potrà consumare nello spazio, preparati con i tecnologi di Argotec. È stata preferita un’alimentazione sana e anche risparmiosa. Samantha, che si è formata anche alla base militare di Amendola si è ricordata delle fave di Carpino assaggiate durante la sua permanenza in Capitanata. Le numerose caratteristiche di cui è dotato il tipico legume garganico, in grado di affrontare le oggettive difficoltà in cui si imbatte chi si trova a dover predisporre le pietanze per gli astronauti, hanno fatto il resto. La nutrizione poi sarà uno degli esperimenti ai quali si dedicherà sulla Iss, dove non ci sono frigoriferi e congelatori per la conservazione dei cibi, perché, in tempi di crisi globale, sarebbero troppo costosi. Gli alimenti da utilizzare debbono pertanto essere stabilizzati quanto occorre per poter rimanere mesi a temperatura ambiente, senza alterarsi nelle loro proprietà nutrizionali, nell’aspetto e nel gusto, seppure in totale assenza di conservanti.

Quale alimento meglio delle fave può affrontare questa sfida? Ottime da consumare fresche, speciali quando sono secche per preparare gustose pietanze con le verdure. Nello Space food lab, l’Argotec ha sperimentato cibi con una vita sullo scaffale di almeno 18-24 mesi. Questo perché, molto tempo prima dell’invio nello spazio, è la stessa Argotec a dover consegnare i prodotti alla Nasa, che dovrà farli arrivare sulla navicella Iss (stazione spaziale internazionale) in anticipo rispetto all’ar rivo dell’equipaggio. Come avviene per i bagagli di aerei e navi, le provviste alimentari viaggiano separatamente dagli astronauti, su apposite navicelle cargo. Sulla capsula Soyuz, che trasporta gli equipaggi, non c’è abbastanza spazio (incredibile) per astronauta e derrate.
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