Troppe minacce, il falco grillaio saluta la Capitanata

Da quasi un decennio il falco Grillaio, specie di interesse comunitario, sta lentamente e spontaneamente colonizzando il Tavoliere delle Puglie ricalc

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“UN DURO COLPO PER MATTINATA”

Da quasi un decennio il falco Grillaio, specie di interesse comunitario, sta lentamente e spontaneamente colonizzando il Tavoliere delle Puglie ricalcando la situazione “gemella” della Piana di Gela, in Sicilia. Simili dinamiche sono state contestualmente registrate in piccole zone di Puglia, Basilicata, Molise, della Pianura Padana e del Lazio.

A differenza delle grandi colonie nidificanti nei centri storici delle Murge Pugliesi e Materane, in Capitanata il Grillaio si è insediato con piccole colonie, spesso di poche coppie, su masserie e strutture rurali, spesso abbandonate, raramente in centri abitati, molte volte con rapaci notturni, pipistrelli ed altri migratori di notevole interesse come la Ghiandaia marina. Qui l’ambiente d’elezione è costituito da distese cerealicole, meglio se con presenza di pascoli, utilizzate per cacciare grossi insetti, integrando la dieta con piccoli vertebrati. Queste aree sono strategiche soprattutto dopo la mietitura, quando le stoppie permettono ambienti idonei per cacciare, proprio mentre nascono i piccoli e fino a fine agosto e settembre, quando inizierà il viaggio di migliaia di km per tornare in Africa.  La bruciatura delle stoppie, è quindi un fattore negativo anche per questa specie.

Da Serracapriola ad Ascoli Satriano, da Manfredonia a Lucera: al 2013 oltre 300 coppie distribuite su oltre 60 siti di nidificazione. Verosimilmente questa naturale espansione proseguirà, se non ci saranno fattori limitanti.

Quasi 10 anni di monitoraggi su 350.000 ettari della piana di Capitanata, hanno permesso alla LIPU di rilevare una aspetto importante: circa il 90 % dei siti di nidificazione è costituito da strutture rurali di interesse culturale o da beni storico-archeologici: Masserie, Poste, Poderi, Casini, Abbazie.

Mirabili esempi di antica  edilizia rurale ma che stanno cadendo tristemente in malora, vandalizzati, depredati di infissi, effigi, tegole dei tetti, accelerandone il decadimento. Di recente si è aggiunto il disastroso fenomeno dell’abbattimento dei tetti, se non dell’intera struttura, per evitarne la tassazione !

In altri casi queste bellezze architettoniche sono fagocitate senza ritegno da centrali eoliche e fotovoltaiche o minacciate da altre speculazioni territoriali che demoliscono il contesto identitario e rubano territorio ai falchi. Incredibilmente, nelle relazioni ambientali firmate da “esperti” a corredo di questi progetti il Grillaio e altri valori sono “fantasmi”, con buona pace delle valutazioni degli uffici preposti. Un esempio è l’area di insediamento dell’inceneritore tra Tressanti e Mezzanone che ospitava circa 10 coppie già al 2005.
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