Quale futuro per il porto industriale?

Se ne è discusso in un summit alla Regione Puglia con l’assessore Amati presenti le rappresentanze del territorio interessate al problema. Entro 90 gi

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Se ne è discusso in un summit alla Regione Puglia con l’assessore Amati presenti le rappresentanze del territorio interessate al problema. Entro 90 giorni le proposte operative.

Il tema della riunione tenuta all’assessorato alle opere pubbliche della Regine Puglia, verteva sul completamento dei nastri trasportatori del porto Alti fondali di Manfredonia. A convocarla l’assessore Fabiano Amati su richiesta del presidente dell’ASI di Foggia Franco Mastroluca che chiedeva di verificare “se sussistono concrete condizioni di portare a definitivo completamento l’opera in gran parte realizzata, in modo tale che possa essere positivamente collaudata e se, soprattutto, la stessa possa trovare una ottimale utilizzazione”.

Dubbi, interrogativi e preoccupazioni pari pari espressi sin dagli inizi degli Anni ottanta quando appunto si mise mano al progetto finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno e proseguiti in tutti i decenni successivi senza che, come vediamo, si sia mai riusciti a venire a capo di un problema che condiziona la stessa sussistenza di quel porto isola collegato a terra da un pontile di tre chilometri. Quel che doveva essere un impianto di eccellenza si sta rivelando una zavorra che minaccia di compromettere l’intera struttura.

Su tale assunto accoratamente esplicitato dal presidente Mastroluca e condensato nell’interrogativo “Quale futuro per il porto di Manfredonia?”, si son trovati convergenti un pò tutti i presenti all’incontro collegiale, vale a dire l’assessore alle OOPP della Provincia di Foggia Domenico Farina, il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, il sindaco di Monte Sant’Angelo Andrea Ciliberti, il Commissario all’Autorità portuale di Manfredonia Gaetano Falcone, i rappresentanti di Confindustria di Foggia Enrico Barbone, e Camera di Commercio di Foggia Michele Tamburelli. Le rappresentanze qualificate del territorio interessate in varia misura al problema porto.

Di fronte l’assessore Amati che ha subito chiarito che ha convocato il tavolo “per mero scrupolo” e che pertanto “le competenze dell’assessorato si limitavano all’argomento dei nastri trasportatori e dunque alla conclusione della procedura in atto sulla definizione contabile dell’opera per la quale è pendente una vertenza giudiziaria con richiesta di risarcimenti dal momento – ha aggiunto – che l’opera non è stata collaudata né pare collaudabile”.  In buona sostanza il rappresentante della Regione Puglia rimetteva ai mittenti le problematiche circa il futuro di quel molo, detto porto industriale, anche in considerazione, ha tenuto a rilevare, che “la Regione non ha soldi”.

Una posizione contestata dalle varie rappresentanze del territorio in modo particolare dal sindaco Riccardi che ricordando come per i porti di Brindisi e Taranto sono stati elargiti lauti fondi (circa 300 milioni per Brindisi e 400 per Taranto), ha chiesto di conoscere quali politiche la Regione intende mettere in atto per l’inserimento del porto di Manfredonia nel contesto del sistema portuale regionale, precisando che oltre agli aspetti tecnici il problema è di natura politica.

Condividendo l’analisi, Amati ha invitato le rappresentanze del territorio a individuare una idea di utilizzazione del porto e dunque a formulare una proposta operativa entro il termine di 90. Le rappresentanze del territorio si sono convocate per il 3 aprile prossimo per organizzare il da farsi.

Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia (FG)
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